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Il New York Times racconta Montappone e i suoi cappelli

Montappone | Un invito autorevole a scoprire le Marche.

Il New York Times racconta Montappone e i suoi cappelli. L’importante distretto, punto di riferimento internazionale della produzione di cappelli e sede del celebre evento “Il Cappello di Paglia”, è stato oggetto di una lunga recensione a firma dell’inviato Christopher Petkanas, nell’edizione domenicale (25 marzo 2007) del prestigioso quotidiano.

“…Se siete proprio interessati ai copricapo, Montappone dovrebbe allora trovarsi nel vostro elenco!” scrive Petkanas che ha trascorso alcuni giorni, a fine gennaio scorso, a Montappone seguito dall’Ufficio Stampa Alessandro Piccinini Comunicazione, insieme a Giuliano De Minicis art director de “Il Cappello di Paglia” e della mostra “Il Cappellaio Pazzo”, con il supporto nel luogo della pro loco cittadina.

“I cappelli – prosegue l’inviato del NYT – sono la grande norma della moda, un antidoto rassicurante alle ridicolaggini volgari delle stelline smutandate ed un eco attutito di un tempo in cui le signore erano Signore…”
Nell’ispirato servizio importanti riferimenti vengono fatti in merito all’evento che ha reso celebre al grande pubblico il Cappello di Montappone intitolato “Il Cappello di Paglia”. Inziativa che protagonista nello sforzo organizzativo e promozionale la Pro Loco di Montappone, affiancata dall’Amministrazione Comunale e da numerosi cappellifici.

“I cappelli – spiega Petkanas – sono qui a partire dal 17° secolo, primi nella paglia. E' ancora un materiale popolare, ma non vi aspettate di vedere vecchie signore che intrecciano sugli usci delle case: la paglia oggigiorno viene importata in strisce intessute per poi essere assemblata a macchina. Nel passato la tessitura a mano era un compito routinario che i locali eseguivano mentre facevano qualcos'altro, come ad esempio mentre si recavano in chiesa. Le figure nell'affresco naif del 19° secolo del salone municipale del paesaggio urbano di Montappone hanno nastri dorati che fuoriescono dalle mani. Nessuna azienda commercializza quel tipo di cappello (una prelibatezza per i collezionisti) che ha fatto conoscere la città”.

“Per acquisire una “pastorella” – ideata per tenere lontani i raggi dalla pastorella che ne soffriva – bisogna partecipare a “Il Cappello di Paglia” (il festival del cappello di paglia) a luglio, quando essi vengono intessuti dagli anziani e poi venduti. Per produrre un cappello ci vogliono otto ore e 7 metri di strisce di paglia larghe un pollice e forti 13 fili. E' una manifestazione folcloristica che nonostante la sua teatralità risuona sincera e caratterizza l'unico periodo dell'anno in cui le aziende locali si ritrovano insieme per vendere cappelli al pubblico. I residenti ballano nelle piazze, ed il vino scorre abbondante”.

Il racconto prosegue a narrare il fascino di Montappone, corredato da magnifiche foto realizzate dal fotoreporter Domingo Milella, “Una piccola parte dei 1800 abitanti della cittadina vivono in un borgo antico in pietra sulla cima della collina, attorniato da scatole arrotondate e stuccate costruite sulle fortune dei cappelli”, la curiosità e l’ammirazione suscitata da ristoranti tipici del territorio regionale come “La Carovana” ove “le offerte di antipasti comprendono coratella di agnello tagliata a cubetti saltata leggermente con uova cotto come pure un organo, un polmone... la U.S.D.A. (ente per la salute statunitense) non vi permetterebbe di mangiarli!”, i cappelli del museo casalingo “simpaticamente disorganizzato” dove è esposto l'ultimo fedora di Fellini, ed la mostra del “cappellaio pazzo”.

Tra le piccole interviste ce n’è una ad Orlando Palacios, proprietario dell'emporio per cappelli di Manhattan “Worth & Worth” e che compra fedora di paglia a Montappone “E' difficile – dice Palacios – fare cambiare le modiste, ma questi ragazzi sono aperti ed hanno un buon occhio. I loro colori non sono come i neri, beige e grigi normali. Essi producono un verde muschio come quelli visti su un vecchio muro imbiancato."

Insieme a questa, l’intervista a Gianluca Messico “proprietario di un negozio di abbigliamento di culto nella vicina Senigallia” che dice “per la qualità c’è soltanto Montappone”.

Tra le informazioni fondamentali per arrivare a Montappone quelle relative all’aeroporto di Ancona, al Bed & Breakfast Palazzo dalla Casapiccola a Recanati per dormire “Antiques a go-go”, e da vedere “Il Cappello di Paglia” con la segnalazione della data del prossimo evento ed il sito internet relativo: “Quest'anno il festival – spiega il NYT – si terrà il 21 e 22 luglio 2007” www.ilcappellodipaglia.it

Davvero una grande promozione dunque per il fascino discreto della Regione Marche e delle sue peculiarità, delle sue eccellenze, da quelle legate al tessuto produttivo a quelle gastronomiche, alle sue meravigliose colline.

Una promozione forte che si inserisce nel lavoro che Montappone ha iniziato già da qualche anno attraverso l’evento “Il Cappello di Paglia”. L’evento ha infatti ormai raggiunto un’altissima popolarità e sta ottenendo di anno in anno una sempre più vasta eco mediatica. I principali quotidiani, periodici e rotocalchi televisivi nazionali hanno più volte raccontato la manifestazione, fedele ricostruzione storica della quotidianità di una volta, che riscopre l'antica tradizione della lavorazione artigiana del cappello di paglia che si è trasformata poi negli anni in produzione su vasta scala e Montappone, sul finire dell’Ottocento, è stato il primo centro italiano a industrializzarne la fabbricazione.

Questa recensione sul prestigioso New York Times è sicuramente motivo di grande orgoglio per tutta la comunità di Montappone, per la Pro Loco cittadina, l’Amministrazione Comunale e le aziende, che vedono così valorizzato lo sforzo profuso in questi anni nel promuovere il proprio paese e le sue tradizioni culturali così intimamente legate al tessuto produttivo, il cappello di Montappone.

“Per tutta l’Amministrazione Comunale – spiega il Sindaco di Montappone Ferruccio Vecchi – si tratta davvero di un grande successo. Per un paese così piccolo quale è Montappone, di appena 1800 anime, un recensione di così grande prestigio è sicuramente un risultato eccezionale. Un risultato che mette certamente in risalto tutti gli sforzi profusi nella promozione del cappello di Montappone, riconosciuta come la capitale del distretto del cappello”.

“E’ davvero una cosa eccezionale questa recensione, la nostra soddisfazione non è descrivibile – racconta il Presidente della Pro Loco Mauro Ferranti –. Una cosa che responsabilizza ancora di più tutti quanti noi. Una sorta di sigillo di qualità. Sono sette anni che faccio il presidente di questa associazione, e all’inizio di tutto non avrei mai pensato ad un riconoscimento simile. Il merito naturalmente va anche a tutti quelli che ci hanno lavorato per un risultato al di sopra di ogni aspettativa e pensiero. Credo sia un articolo che racconta con grande autenticità la nostra terra, mettendo in evidenza anche i nostri difetti ma in maniera simpatica, come la citazione del fascinoso Mueso del Cappello “simpaticamente disorganizzato”. Insomma c’è da ben sperare per il futuro. Ovvio il cammino è sempre complesso e faticoso, ma la dimostrazione che emerge è quella di un paesino piccolo ma molto forte ed unito”.

“…Vi dovrebbe importare che il vostro “porkpie” (cappello con calotta piatta e tesa volta all'insù) sia “made in Italy?” scrive Petkanas nel suo pezzo. “I 45 cappellai di Montappone pensano di sì... ...Le calzature guidano l'economia regionale, ma i cappelli costituiscono un business da 260 milioni di dollari l'anno in Italia. Sessanta milioni di essi – il 70% della produzione interna e metà di quella europea – sono realizzati a Montappone ed in sei paesi limitrofi”. Il lungo articolo tra gli altri aspetti non ha mancato di mettere in risalto i rapporti di equilibrio economico, che Montappone ha con i mercati asiatici. “Distretti produttivi – scrive il NYT – specializzati che producono tutto, dai bottoni alle forniture per ristoranti sono un'arma che lascia ben sperare nella battaglia continua dell'Italia contro le perdite per la produzione di massa dell'Asia. Montappone lo sta facendo in entrambe le direzioni, promuovendo i propri cappelli e facendo affari con il nemico”.

27/03/2007





        
  



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