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"La linea alba": l'ultima fatica di Antonio Santori

Sant'Elpidio a Mare | E' uscito oggi, pubblicato da Marsilio, l'ultimo poema del poeta, docente e saggista elpidiense: la sua opera più matura ed intensa

di Pierpaolo Pierleoni


E’ uscito oggi, in distribuzione su tutto il territorio nazionale, l’ultimo libro di Antonio Santori, La linea alba, edito da Marsilio di Venezia. Un'opera importante, matura, profonda, che arriva a ben 11 anni dall'ultima pubblicazione del poeta elpidiense, Saltata, edito nel 1996, che fece seguito ad Infinita (1990) ed Albergo a ore (1992). Autore di manuali scolastici e saggi di critica letteraria, docente liceale ed universitario, promotore di eventi culturali, tra cui risalta la direzione del Premio Universitas Montaliana 2007 e la direzione artistica del Festival Europe, impegnato in politica locale ed assessore alla cultura del comune di Sant'Elpidio a Mare fino allo scorso febbraio, Santori torna così alla sua passione più antica.

Una pubblicazione valorizzata da un editore di alto prestigio come Marsilio, e che ha già ricevuto commenti entusiasti da autori e critici. Un poema che Paolo Ruffilli, che ne ha scritto l'introduzione, ha definito “geniale, un testo come se ne leggono raramente nella poesia italiana, intenso, incisivo, bellissimo nella costruzione architettonica e nell’impianto musicale”. La Linea alba, anatomicamente, è quella linea centrale sull’addome che spesso, nelle donne in stato di gravidanza, diviene visibile, imbrunendosi. Un poema-viaggio dal luogo della nascita al regno dei morti, fino alla possibile rinascita.

A giorni la presentazione ufficiale dell'opera, con l'autore insieme a Cesare Ruffato. Allo scrittore e critico Cesare Catà affidata la bandella del lbro: "Quest’opera ci dice che oggi la forma del poema è ancora possibile nella letteratura in versi. Perché c’è qualcosa, ancora, da potersi cantare epicamente: l’avventura umana in rapporto al mistero dell’Origine, la richiesta terrestre d’infinito custodita nel respiro delle creature, nel loro nascondersi in attesa della salvezza, della “tana che libera tutti”. 

Estremamente positivo anche il commento di un grande della poesia italiana, Giuseppe Conte. “Leggo l’ultimo lavoro di Santori e rimango davvero colpito. E’ la sua una poesia intessuta di simboli e di realtà, di eros e di morte, di dettagli quotidiani e di voli metafisici, di immagini di bellezza e di affondi sapienziali. E’ il tipo di poesia che ho sempre prediletto, la via per riscoprire l’essenza profonda dell’umano in una forma nuova e in un linguaggio che trasmetta emozioni forti e complete".

21/03/2007





        
  



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