Proposta di legge per una nuova normativa urbanistica
| ANCONA - Pistelli: Maggiore partecipazione dei cittadini nelle scelte locali.
Sostenibilità ambientale nel governo del territorio, per migliorare gli standard di qualità urbana delle città. Si ispira a questo principio la proposta di legge che la Giunta regionale ha presentato in Consiglio. Il testo modifica la legge regionale 34/92, adeguando la normativa urbanistica alle direttive dell’Unione europea, puntando su una nuova impostazione degli strumenti di gestione territoriale.
I Piani urbanistici comunali, in particolare, dovranno prevedere criteri e modalità per il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio e per un’equilibrata distribuzione dei servizi, attraverso interventi di recupero edilizio, di riqualificazione degli ambiti degradati e di riuso delle aree produttive e di servizio dimesse.
“La nuova legge andrà approvata entro l’anno – afferma l’assessore all’Urbanistica, Loredana Pistelli – Presenta alcuni punti qualificanti che agevoleranno il lavoro delle amministrazioni locali e assicureranno una maggiore partecipazione dei cittadini nelle scelte che verranno operate localmente. Viene introdotto il principio della copianificazione tra Regione, Province e Comuni sulle scelte fondamentali per il governo del territorio e attuato quello della sussidiarietà, con l’attribuzione di gran parte delle funzioni alle amministrazioni comunali”.
Tra le novità da segnalare, la marginalizzazione del ricorso all’esproprio: “Al suo posto – spiega la Pistelli – viene introdotta la perequazione urbanistica tra le proprietà comunque interessate dalle aree da trasformare. Inoltre viene superata l’attuale logica quantitativa degli standard, privilegiando la qualità urbana e ambientale. Viene garantita, poi, la più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni all’elaborazione delle scelte urbanistiche, superando il vigente sistema delle sole osservazioni successive all’adozione dei piani”.
La proposta di legge prevede anche una nuova articolazione dei Piani regolatori comunali che si sviluppa su tre livelli: uno “strutturale” (programmatico, non vincolistico e di medio periodo), uno “operativo” (esecutivo, vincolistico e legato al mandato quinquennale della Giunta comunale), un regolamento edilizio (per la disciplina delle trasformazioni dell’edificato esistente). Il nuovo modello di pianificazione va adottato entro cinque-sette anni nei Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti, mentre quelli con popolazione inferiore possono scegliere se adottarlo o se mantenere gli strumenti urbanistici tradizionali.
Il testo di legge presentata dalla Giunta regionale recepisce le indicazioni del Tavolo tecnico regionale, dell’Anci (Comuni) e dell’Upi (Province) delle Marche, dell’Istituto nazionale urbanistica e delle proposte di modifica della legge urbanistica nazionale elaborate in Parlamento.
I Piani urbanistici comunali, in particolare, dovranno prevedere criteri e modalità per il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio e per un’equilibrata distribuzione dei servizi, attraverso interventi di recupero edilizio, di riqualificazione degli ambiti degradati e di riuso delle aree produttive e di servizio dimesse.
“La nuova legge andrà approvata entro l’anno – afferma l’assessore all’Urbanistica, Loredana Pistelli – Presenta alcuni punti qualificanti che agevoleranno il lavoro delle amministrazioni locali e assicureranno una maggiore partecipazione dei cittadini nelle scelte che verranno operate localmente. Viene introdotto il principio della copianificazione tra Regione, Province e Comuni sulle scelte fondamentali per il governo del territorio e attuato quello della sussidiarietà, con l’attribuzione di gran parte delle funzioni alle amministrazioni comunali”.
Tra le novità da segnalare, la marginalizzazione del ricorso all’esproprio: “Al suo posto – spiega la Pistelli – viene introdotta la perequazione urbanistica tra le proprietà comunque interessate dalle aree da trasformare. Inoltre viene superata l’attuale logica quantitativa degli standard, privilegiando la qualità urbana e ambientale. Viene garantita, poi, la più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni all’elaborazione delle scelte urbanistiche, superando il vigente sistema delle sole osservazioni successive all’adozione dei piani”.
La proposta di legge prevede anche una nuova articolazione dei Piani regolatori comunali che si sviluppa su tre livelli: uno “strutturale” (programmatico, non vincolistico e di medio periodo), uno “operativo” (esecutivo, vincolistico e legato al mandato quinquennale della Giunta comunale), un regolamento edilizio (per la disciplina delle trasformazioni dell’edificato esistente). Il nuovo modello di pianificazione va adottato entro cinque-sette anni nei Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti, mentre quelli con popolazione inferiore possono scegliere se adottarlo o se mantenere gli strumenti urbanistici tradizionali.
Il testo di legge presentata dalla Giunta regionale recepisce le indicazioni del Tavolo tecnico regionale, dell’Anci (Comuni) e dell’Upi (Province) delle Marche, dell’Istituto nazionale urbanistica e delle proposte di modifica della legge urbanistica nazionale elaborate in Parlamento.
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02/03/2007
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