Allarme usura in Abruzzo
| Alto e concreto il rischio della piaga dellusura nella regione
di Luigina Pezzoli
Un penalizzante ottavo posto colloca infatti la nostra regione tra le maggiori a rischio “strozzinaggio” con un tasso di usura pari a 121 (rispetto ad un indicatore nazionale pari a 100). L’amara sentenza giunge dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, i cui dati per l’Abruzzo sono stati elaborati dall’Agenzia Giornalistica Dalla A alla V.
Sono stati infatti messi a confronto alcuni indicatori regionalizzati quali la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, il tasso di criminalità, le denunce di estorsione e di usura, il numero di sportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito. È stato dunque individuato l’indice del rischio usura attraverso la combinazione statistica di tutte quelle situazioni potenzialmente favorevoli al diffondersi dello strozzinaggio.
Nelle aree in cui la disoccupazione è più diffusa, i tassi di interesse sono alti, le sofferenza maggiori, pochi gli sportelli bancari e tanti i protesti la situazione è ovviamente più a rischio. L’aumento del fenomeno dell’usura è dovuto, infatti, oltre che agli ostacoli burocratici che si frappongono all’accesso al credito, ad un finanziamento o a un mutuo, anche alla crescita del costo del denaro.
In Abruzzo, ad esempio, secondo le elaborazioni dell’agenzia su dati Unioncamere, il costo del denaro presenta tassi di interesse che superano ancora la media nazionale, sebbene nel corso del 2005 il costo sia generalmente diminuito rispetto all’anno precedente. Nella graduatoria crescente sui prestiti a breve termine delle103 province italiane, infatti, la maglia nera nella regione abruzzese spetta a L’Aquila (76° posto) con tassi del 7,22%, mentre Chieti guadagna quattro postazioni (70°) con tassi del 6,84%, Teramo ne guadagna sette (69°) con tassi del 6,83% e Pescara ne guadagna dodici (61°) con tassi del 6,63%.
Se, invece, si analizza il dato nudo e crudo delle denunce per usura registrate nel 2006, l’Abruzzo fa registrare una media di quasi cinque denunce ogni 100.000 abitanti. Purtroppo però il fenomeno dell’usura risulta ancora circondato dal muro dell’omertà e sono sicuramente numerose le vittime che non hanno denunciato i fenomeni di usura in cui sono o sono stati coinvolti.
Gli usurati, identificabili anche in numerosi immigrati costretti a patti usurari, sono essenzialmente classificabili in due macrocategorie: quella delle famiglie che non riescono a far fronte alle necessità quotidiane o in caso di bisogno improvviso di denaro, e quella degli imprenditori, commercianti e artigiani che devono sostenere spese di avviamento della propria attività o di fronte ad una perdita di bilancio. L’età delle vittime, nella maggioranza dei casi, è compresa tra i 41 e i 55 anni.
L’identikit dell’usuraio è invece piuttosto ambiguo: se molti dei soggetti individuati come usurai sono risultati inseriti in un circuito criminale, molti altri affiancano questa attività ad una professione legale che contribuisce ad ampliare il raggio di conoscenze delle persone che necessitano di credito. Tra gli usurai risulta consistente la presenza di pensionati ma anche di disoccupati, amministratori e soci di società finanziarie.
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02/03/2007
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