Riconversione Carbon: occupazione, ambiente, sviluppo e lavoro per i prossimi 100 anni
Ascoli Piceno | Le ipotesi dei Comunisti Italiani per un possibile riutilizzo ad Ascoli Piceno della area Carbon.
di Emidio Catalucci
Protocollo d'intesa Regione, Provincia e Comune di Ascoli.
Con l’accordo tra Regione, Provincia e Comune e il progetto di Ferrara Ricerca, si è aperta una nuova e concreta fase concreta sulla vicenda, storica per Ascoli, della riconversione dell’area e dello stabilimento CARBON.
Il tavolo di concertazione, aperto a tutte le forze e i soggetti interessati (nessuno escluso) e promosso dopo la firma del protocollo interistituzionale è una novità importante che deve essere perseguita con estrema decisione e forza.
E’ l’unico strumento, oggi, che permetterà, a questa città, di superare quel “blocco cognitivo” che l’ha colpita sul caso Carbon.
Ormai se ne parla da troppo tempo. Molte volte in modo inesatto. Tante sono state le strumentalizzazioni create a vari livelli e da vari soggetti.
La eventuale, auspicabile e, ormai, improcastinabile riconversione della area Carbon ci costringerà a fare un grande salto di qualità in termini di idee programmatiche, di lungimiranza, di unità di intenti, di collaborazione tra Enti e parti sociali, di volontà e di azione politica, amministrativa e sociale.
Superare cioè quella fase del cosiddetto “pensiero magico” secondo il quale basta la sola enunciazione del problema per la soluzione immediata dello stesso. E’ un “pensiero” che ha fatto presa in città da molti anni. Causando anche molti danni.
Sulla Carbon dobbiamo essere molto chiari e molto seri. Bisogna saper coniugare due diritti inalienabili dell’uomo: quello del lavoro degli operai e impiegati e quello della salute di tutti i cittadini.
L’uno non può essere disgiunto dall’altro.
Il tavolo concertativi potrà portare ad una soluzione positiva della Carbon se attuerà quel complesso di azioni coordinate e continuate a vari livelli (locale, provinciale, regionale, statale ed europeo) coinvolgendo l’intera comunità intesa in senso generale.
Anche da noi, come a Terni, deve esserci una sola, univoca, voce! Una scelta condivisa e collegiale discussa prima da tutta la città. Disponibili e aperti alla discussione, e poi intransigenti e uniti nel perseguire un’obbiettivo vitale per la città.
Registro, però, già su questo aspetto, alcuni distinguo provenienti proprio dal sindaco di Ascoli, ing. Celani, che forse sogna di una grande lottizzazione solo urbanistica ed edilizia per quella zona!!!!!!
Se esiste una sola possibilità di soluzione della Carbon essa passa attraverso la grande capacità politica, amministrativa e sociale di far diventare questo caso un caso nazionale ed europeo: individuando priorità, metodologia e tempi necessari e conseguenti (con gli adeguati finanziamenti anche europei).
Ci sono dei passaggi obbligati e indifferibili:
1.Il ricollocamento di tutti i lavoratori e la creazioni di nuovi posti di lavoro.
2.La responsabilizzazione dell’azienda sulla bonifica e il riutilizzo dell’area.
3.Il progetto complessivo di sviluppo sostenibile futuro dell’area, come obiettivo strategico della crescita occupazionale, economica e sociale della città.
Tra il 1905 e il 1917 fu presa, per la città, una decisione storica, ben precisa e forte. Si insediò la SICE.
Da allora essa è stata la storia della città, nel bene e nel male. Le sirene della fabbrica hanno scandito il ritmo di vita della città e dei suoi abitanti. Siamo cresciuti con essa. Non c’è una famiglia ascolana che non abbia avuto a che fare con la fabbrica. E’ stato un rapporto misto tra amore e odio.
La SICE dal 1920 ha significato il motore propulsore dell’intera economia del territorio di Ascoli.
Ha creato enormi ricchezze ma anche inquinamento e insalubrità dell’ambiente.
E oggi è diventata ingombrante ed incompatibile con la città che l’ha vista nascere.
Ha prodotto inquinamento e molti, troppi, sono stati i morti all’interno e all’esterno della fabbrica. E’ tempo che se ne vada!!
A distanza di un secolo, agli inizi del III millennio, la riconversione dell’area e dello stabilimento SGL CARBON deve essere il volano per l’intera economia di Ascoli, parimenti a quello che fu la SICE all’inizio del novecento.
La Riconversione della Carbon e della sua area è la più grande, forse unica, opportunità che ha questa città per il suo sviluppo e il suo futuro per il prossimo secolo. Ogni ipotesi di utilizzo deve dare lavoro e sviluppo per i prossimi 100 anni!!!
E questo sarà possibile solo con la realizzazione di un Polo di ricerca energetico europeo, di un centro studi all’avanguardia nella ricerca delle fonti di energia rinnovabile e non inquinante, di formazione universitaria e di innovazione tecnologica sul controllo e bonifiche dei territori e sui suoi riutilizzi sostenibili. Un polo d’eccellenza di studi teorici e sperimentali che richiami i migliori studenti e professori di tutta Europa.
Solo così Ascoli avrà un futuro!!!
Non sarà possibile né ammessa qualsiasi proposta velleitaria e miope (tanto cara all’attuale sindaco Celani) di sola urbanizzazione edilizia per costruire migliaia (2000) di appartamenti, considerando anche la zona limitrofa dello Stadio Comunale, di cui già si palesa il suo spostamento!!!!
Sarebbe la morte definitiva per questa città!
*Capogruppo Consiliare Comunisti Italiani
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17/02/2007
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