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Pacs: promesse mantenute?

| Fra le promesse della maggioranza, nel mirino di Chiesa e opposizione.

di Valentina De Cosmis

Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legati da vincoli affettivi ed economici, alla quale le istituzioni riconoscono uno status giuridico.

Si parla di coppie eterosessuali che decidono di non sposarsi, ma ci si accentra soprattutto su coppie omosessuali.

E la questione dei Pacs, ovviamente, non si può restringere alla sola Italia, ma la si deve osservare nella prospettiva di un’ Unione Europea che pretende che tutti i suoi cittadini abbiano i medesimi diritti. È il caso del Belgio, della Spagna, dell’Olanda, i quali hanno già da tempo approvato la piena uguaglianza fra omosessuali ed eterosessuali attraverso i matrimoni gay.

In Italia sembrava di essere molto lontani da un riconoscimento legislativo a favore delle coppie che non desiderano o non possono sposarsi, seppure ci siano proposte sin dal 1986.

In questi giorni la questione Pacs infiamma le aule italiane e divide i già deperiti schieramenti politici: Ulivo, Prc, Pdci e Verdi sostengono le manifestazioni gay. Fassino fa leva sul consenso dei settori laici di Forza Italia e sugli spiragli di dialogo aperti da Gianfranco Fini.

E a quanto pare non sono soli ad appoggiare questa mozione: il 56% della popolazione italiana (percentuale incrementatasi del 17% negli ultimi 14 anni) si dichiara a favore dei Pacs, senza alcuna differenza fra Nord e Sud.

E lungo Montecitorio si vedono le fiaccole di Arcigay, Arcilesbica, Dì Gay Project ecc., che scendono in piazza a combattere per i propri diritti.

A Madrid, invece, osservano un presidente Napoletano, ex-comunista, pretendere una “sintesi con la Chiesa sui Pacs”, affermare che “dobbiamo tenere conto delle preoccupazioni del Papa”, anche se l’articolo 7 della Costituzione Italiana dica “Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”.

Del resto risulterebbe alquanto complesso estirpare la componente cattolica anche all’interno dello stesso centro sinistra: il dialogo con una parte che da sempre ha esercitato un peso così abbondante sulla cultura italiana, come la Chiesa, è essenziale, e il governo vorrebbe di non lasciarsi condizionare da essa.

In ogni caso, l’Unione ha previsto nel suo programma il riconoscimento delle coppie di fatto, con diritti come quelli della pensione di reversibilità e del subentro nell’affitto in caso di morte del convivente titolare del contratto.

Ed è anche con queste promesse di legislazione che il governo attuale ha ottenuto la vittoria sull’opposizione.

E le promesse, si sa, vanno mantenute.

01/02/2007





        
  



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