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Esibizionismo. E' il pensiero del Professor Novelli sul "sesso in classe"a San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Ci sono nel vento inarrestabile degli articoli e delle conversazioni, elementi da sottolineare.

di Renato Novelli


La tempesta mediatica seguita all’episodio del rapporto sessuale programmato per gli strumenti del nuovo pettegolezzo tecnologico rappresentato dai telefonini – telecamere, lascia la comunità locale interdetta, ma investita nel suo complesso della stessa atmosfera di curiosità morbosa, ironica in modo arrogante da una parte, tra i praticanti dei sorrisini, codina e moralista tra i cattedratici della dissoluzione della morale familiare. Ci sono nel vento inarrestabile degli articoli e delle conversazioni, elementi da sottolineare.

1) Perché i comunicati ci hanno informato che gli autori del fattaccio sessuale erano rispettivamente un ragazzo italiano e una ragazza albanese ? Sull’italianità poco da dire, visto che ci troviamo a San Benedetto, è probabile che un ragazzo sia italiano. Ma l’albanese non lo mando giù. Perché non dire se è brava in matematica, se è bruna o bionda ? Ma soprattutto perché dare come basilare un informazione che non c’entra niente con l’amore materiale, che da circa un milione di anni è il gesto meno attento alle differenze etniche che ci sia (anche se tanto problematico e maschile) ?

2) Lo scandalo per me non sta nel gesto, ma nell’esibizionismo che lo accompagna. Un esibizionismo morboso la cui morbosità si estende anche a tutti noi che ne parliamo, in modo eccessivamente sociologico, come se un singolo fatto potesse minare le basi della convivenza nella comunità. Mescoliamo così cose diverse tra loro, come la mancanza di pudore nelle nuove generazioni con la sindrome della comunicazione pervasiva dei telefonini o i comportamenti imitativi dei programmi TV. Che sono problemi seri.

3) Condivido la preoccupazione per la perdita di senso morale tra i giovani. Poiché dai tempi di Mosè che sentiva Aronne inadeguato a guidare il popolo dopo di lui, ogni generazione ha visto la successiva come immorale, ci sarà del vero.

Viviamo in una società della comunicazione nella quale le straordinarie tecnologie informative servono più a un continuo chiacchiericcio spettacolare, che non a elaborare strumenti di conoscenza. Cinema e teatro più che bravi attori producono personaggi, i profeti dello stile di vita sono prevalentemente calciatori, i mondi della politica e delle stessa economia richiedono immagine più che sostanza. Non c’è niente di drammatico, ma se i ragazzi di una scuola compiono un gesto riprovevole, non dovremmo prendercela con loro, ma con noi.

E soprattutto piangere sulla vittima principale di questa vicenda: il sesso sano, liberatorio, socializzante, cugino dell’amore. Preciso che per principio non ho seguito la vicenda perché di fronte alle nevrosi informative, ignorare è meglio che criticare. Ma sono stato invitato a dare un giudizio.

30/01/2007





        
  



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