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Via Mentana. C'era una volta un parco....

San Benedetto del Tronto | Cosa rimane del parco in via Mentana a tre anni dalla sua inaugurazione?

di Carmine Rozzi

Cosa rimane del parco in via Mentana a tre anni dalla sua inaugurazione? Cinque alberi tagliati causa l’incuria e l’abbandono. Uno scivolo per bambini e altre due attrazioni per i più piccoli asportate per
le proteste di alcuni residenti. Tutte le panchine imbrattate di graffiti ed su alcune di esse è stato spruzzato dell’olio da motore per scooter. L’erba è un misero ricordo e in alcuni punti di quelli che una volta fu il manto erboso ora insistono solo zolle di terra rimossa. Il lastricato, costato un occhio della testa e descritto a suo tempo come una meraviglia oggi si presenta sporco e mal custodito.

Tutta la zona, dal numero 34 al numero 86 di via Mentana, è in uno stato di degrado ed abbandono dei più squallidi. Quello che più colpisce è il senso di assoluta inutilità e solitudine che incombe sul luogo. Di quel parco cittadino a verde che doveva riqualificare e dare vita e dignità al posto oggi rimangono solo escrementi di cani disseminati copiosamente su gran parte dello spiazzale.
Nessuno si avventura da quelle parte di giorno e a maggior ragione di
notte.

L’unico evento di rilevanza in questi anni, se lo si può chiamare tale, è stata la denuncia per atti osceni in luogo pubblico fatta da un residente nei confronti di una coppia in stato di “grazia” sentimentale che si era data ad effusioni a luci rosse. Nato male tra proteste, lungaggini, e la quasi completa indifferenza dei residenti con il tempo è cresciuto anche peggio. Preventivati a tre mesi, i lavori durarono un anno, tra polvere e rumori infiniti.

Dodici mesi che tolsero il sonno agli abitanti della via e una ventina di parcheggi alla città. Una volta
terminata l’opera il primo commento a caldo di chi da quelle parti ci abita fu :”Era meglio prima”. Come Relinda Matiussi, proprietaria di una casa che si affaccia su via Mentana che ancora oggi conferma parola per parola quanto ebbe a dichiarare a suo tempo: “Da quando hanno chiuso la
strada - dice - ci sono problemi per il parcheggio. Trovare un posto auto è diventata un’impresa. Sicuramente era meglio la sistemazione precedente, gli anziani ne usufruiscono poco e alla sera c’è caos proprio perché è frequentato da ragazzi che urlano e disturbano”.

L’esperimento dei cassonetti interrati con il tempo si è rivelato essere un vero disastro per gli effluvi insopportabili e per la pericolosità nel caso che qualche bambino incuriosito alzasse gli sportelli. Quello che una volta era chiamata “la strada larga” per essere la più ampia della città con un discreto traffico di automobili a doppio senso oggi è ridotta ad uno spazio desolato e in stato di completo abbandono. Dalla sua chiusura i negozi che operavano nella zona hanno visto in poco tempo diminuire gli incassi e alcuni hanno finito per chiudere.

Giorgio Brugiati, proprietario di un negozio di antiquariato della zona, oggi come allora ribadisce che “Hanno rovinato una via stupenda a doppio senso di circolazione. Il problema maggiore è rappresentato dai parcheggi e anche chi come me è fornito di abbonamento non riesce più a trovare uno spazio libero a causa della sosta selvaggia. Il martedì e il venerdì ognuno parcheggia dove vuole e i vigili non controllano abbastanza.

24/01/2007





        
  



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