Il pesce come la frutta
San Benedetto del Tronto | La comunità della nassa e della retina, marittimi che utilizzano metodi a basso impatto ambientale, pratica una pesca stagionale. E per la conservazione del pescato...addio al ghiaccio, che rovina il sapore!
di Marco Braccetti

“Comunità della nassa e della retina”., iniziativa dello Slow Food. “Un’iniziativa dalle grandi potenzialità, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista alimentare. –spiega il prof. Renato Novelli- Va detto, infatti, che per la conservazione del pescato i marittimi non utilizzano il ghiaccio, grande alterante del gusto del pesce, ma semplice acqua marina. E posso garantire che è tutta un’altra cosa…!”
Anche per questo Slow Food, l’associazione che cerca di valorizzare e tutelare le tipicità enogastronomiche italiane, ha deciso di porre la comunità, formato dai marinai di otto piccole imbarcazioni, sotto la propria ala protettrice. “Con la collaborazione di Slow Food- prosegue Novelli- si dovranno creare delle iniziative per valorizzare il lavoro dei pescatori. Stiamo parlando di un prodotto di nicchia dal gusto unico, secondo me apprezzabile a livelli internazionali. Un pescato etico, in quanto frutto di uno sfruttamento dolce delle risorse marine. In tal senso vorrei ricordare che tre premi Nobel hanno recentemente sostenuto l’importanza di rivalutare i sentimenti nell’economia, questo progetto va in questa direzione.”
Va ricordata inoltre una caratteristica peculiare della pesca sostenibile: il fatto d’essere stagionale. Come in agricoltura, dove ogni periodo ha i suoi prodotti tipici. Ecco allora che in inverno troveremo le lumachine di mare, i rombi, le sogliole di grandi dimensioni, per arrivare poi, con il ritorno della primavera, alla stagione delle seppie e delle sapide sogliolette adriatiche.
In definitiva potremmo definire il lavoro della comunità una sorta di filiera corta del mare, ben gradita soprattutto dai consumatori, che hanno la possibilità di acquistare dell’ottimo pesce a prezzi molto accessibili. “Per aiutarci nella vendita dei nostri prodotti chiediamo che sia riqualificata la banchina sud del porto. Ci occorre una struttura in regola con le disposizioni igienico-sanitarie.” Dicono i rappresentanti della comunità del cibo.
“La vostra iniziativa- dice l’Assessore Settimio Capriotti- ha il pieno appoggio dell’Amministrazione Comunale. Il Sindaco Gaspari ha più volte espresso la necessità di ricollegare il porto con il centro città e la vostra attività è senz’alto un elemento importante per ridare alla zona portuale l’importanza che merita”.
I membri della comunità sono già in fermento per lo “Slow Fish” di maggio, una sorta di salone del gusto dedicato ai prodotti del mare, che si terrà a Genova. Sarà un’importante vetrina per ricordare a tutta l’Italia, e non solo, le tante tipicità presenti nel territorio sambenedettese. Un nome per tutti? Il mitico brodetto.
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12/01/2007
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