Il Teatro Ventidio Basso era ieri sera gremito in ogni ordine.

Scroscianti applausi di quasi tre minuti a comunicare l’entusiasmo e l’affetto di un pubblico che così ha accolto e salutato Neri Marcorè, ieri sul palco del teatro ascolano in “La lunga notte del dottor Galvan”.

Lo spettacolo, una produzione del teatro dell’Archinvolto di Genova, e con la regia di Giorgio Gallione, è una messa in scena del celeberrimo racconto di Daniel Pennac, amato dal regista e dallo stesso Marcorè.

Marcorè che in un monologo di quasi un’ora e venti entra nei panni del protagonista di questo racconto, un giovane medico di guardia al pronto soccorso di un ospedale di Parigi, la cui missione nobile di salvare vite è stimolata dalla voglia di fare carriera e dall’ossessione per il proprio futuro biglietto da visita, al quale il pensiero è ricorrente.

E il protagonista, il buon Gerard Galvan decide di raccontare un episodio accaduto vent’anni prima, durante una “notte di luna piena”, tra la domenica e il lunedì, notte in cui i casi notoriamente aumentano (“…perché la gente non ama il lunedì”…).

Compare un uomo al pronto soccorso che nel corso della notte presenterà i sintomi delle più svariate malattie e coinvolgerà nel corso della caotica degenza tutti gli specialisti e i luminari dell’ospedale parigino.

E con maestria e humor impeccabile Neri Marcorè dai panni di Galvan, entra anche nei personaggi degli altri medici, caratterizzandoli con la sua ecletticità e fantasia rendendoli seri ma grotteschi, rispettabili ma anche ilari.

Nonché nei panni del malato, il quale misteriosamente la mattina successiva, quando oramai tutti gli specialisti pensavano fosse spacciato scompare, e torna per svelare una verità che cambierà la vita di Galvan.

Eccellente Neri Marcorè, che conferma la sua bravura e versatilità, il suo carisma sul palco e la dinamicità con cui ha saputo divertire, far pensare, e tenere sveglia l’attenzione del pubblico, impresa non facile per un monologo di media lunghezza.

In puro stile Pennac non si sono risparmiate risate e divertimento, condite da un eccellente Marcorè che ha recitato per un’ora e venti attorno ad una scenografia composta da lettini di ospedale ammucchiati quasi a comporre un’opera artistica moderna, scenografia multiuso, sulla quale Marcorè si arrampicava, si sedeva, giocava e raccontava.

Farcita da “inserti ospedalieri” come sedie caratteristiche, un lettino e infine un letto addobbato, la scenografia curata, come i costumi, da Guido Fiorato, si rivela eccellente contenitore di un brillante spettacolo, dinamico ed apprezzabile, che miscelato con la bravura sempre più sorprendente dell’ artista elpidiense,con le musiche di Paolo Silvestri e la regia di Giorgio Gallione, riesce a diventare un cocktail fantastico in cui il giovane dottor Galvan diventa la proiezione di ognuno di noi, con le proprie paure, i propri sogni, ossessioni e magari un futuro imprevisto.

Successo enorme, dunque, successo che verrà replicato anche questa sera alle 20.30 e domani pomeriggio.