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L’integrazione attraverso lo sport

| TRIESTE - Presentato ieri sera il modello di lavoro del DSM di Trieste.

In occasione della visita di formazione di 12 ospiti finlandesi, più precisamente pazienti, membri del comitati socio-sanitari comunali, operatori dei servizi di salute mentale e direttori dei servizi residenziali, il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste ha presentato per la prima volta il risultato del progetto IN Rotta e la partecipazione a bordo del Moro di Venezia all’ultima Barcolana. Durante l’incontro si sono messe a confronto le esperienze di integrazione tramite lo sport trovando dei punti operativi comuni tra le strategie finlandesi e quelle del DSM di Trieste nella pratica sportiva in senso stretto ma non nell’organizzazione e nella diffusione.

Si è parlato in modo approfondito di tutti gli attori che hanno contribuito operativamente: quattro team di ragazzi seguiti dai centri e operatori (circa 35 persone) che hanno seguito l’allestimento dello stand, la gestione dello stesso, l’allestimento e la messa a punto della barca e l’equipaggio; e della collaborazione tra DSM e i due consorzi di cooperative sociali “Interland” e “per l’Impresa Sociale” e con le associazioni e la Polisportiva Fuoric’entro. A far rivivere l’esperienza al gruppo di finlandesi sono stati Paolo Pinelli e Roberta Mantini che hanno riprodotto le immagini più significative e i commenti del post regata.

I COMMENTI:

Giuseppe Dell’Acqua – Direttore del DSM di Trieste

“Si rifarà!” Questo il commento di Giuseppe Dell'Acqua. “La nostra partecipazione alla Barcolana, il risultato agonistico che è arrivato in mare, la contaminazione che è stata fatta a terra per sconfiggere lo stigma – continua Dell'Acqua – vedere come Giovanni, Carlo, Elisabeth, Massimiliano, Mauro, Giorgio, Stefano, Steven accompagnati da Arianna, Eliana, Giampiero, Linda, Patrizia e Mark hanno lavorato senza mollare un attimo dal momento della consegna del Moro di Venezia seguendo i consigli e i suggerimenti di Paolo Pinelli, Giulio Fonda, Mitja Gialuz, Marco Bodini, Piero Cresti, Matteo Gasperini, Renato Sivillotto, Vid Jeranko, Lucio Primosi, Cristiano Brezich, Giancarlo Geiger e Alessandro Freno, deve essere solo un punto di partenza per consolidare l'attività velica del DSM tramite la Polisportiva Fuoric'entro. Dalle prossime settimane – conclude – riprenderanno le attività di formazione legate al mondo della vela nella speranza che sempre più circoli sportivi, armatori e velisti vogliano essere parte attiva del progetto”.

Roberta Mantini - ideatrice del progetto In Rotta e project manager dell'operazione Moro di Venezia

“Un risultato incredibile - esordisce Roberta Mantini,– quando domenica mattina ho visto mollare gli ormeggi del Moro di Venezia con a bordo i ragazzi della polisportiva amalgamati ai velisti professionisti, la Presidente Maria Teresa Bassa Poropat e l'assessore Mauro Tommasini mi sono emozionata, ce l'avevamo fatta. Un risultato incredibile anche per il 20° posto assoluto – Il Progetto IN Rotta nasce circa tre anni fa quando Dell'Acqua mi ha lanciato una sorta di sfida: riportare Marco Cavallo in barca a vela. Sono partita inventando una manifestazione velica ad hoc, il Trofeo Fuorivento, che quest'anno ha visto la sua terza edizione, in barca sono saliti ragazzi provenienti dall'esperienza della malattia mentale e del disagio sociale insieme a campioni di questo sport. La stessa cosa è stata fatta per la Barcolana quando Paolo Pinelli – timoniere dell'equipaggio e responsabile della parte tecnica della vela del DSM, ha proposto di trovare una barca per far partecipare alla 38a Barcolana il gruppo di ragazzi che aveva frequentato i corsi di vela. Eravamo tutti d'accordo, la nostra barca doveva trasmettere un messaggio molto forte: “partecipiamo alla Barcolana per vincere lo stigma”, e così è stato. Pinelli – conclude la Mantini – si è fatto carico di trovare un buon equipaggio sia dal lato umano che dal lato tecnico e di individuare un'imbarcazione adatta all'uso. Abbiamo scelto insieme Il Moro di Venezia consapevoli che questa barca della MDV, la società armatrice, era una barca estremamente impegnativa e che innescava una sfida nella sfida.

Paolo Pinelli - timoniere dell'equipaggio e responsabile della parte tecnica della vela del DSM

“Credo che il DSM di Trieste – racconta Paolo Pinelli – stia adottando un approccio alla vela molto diverso da Matti per la Vela che puntano di più ad un'attività crocieristica. Noi – continua Pinelli – oltre al lavoro della scuola vela, l'insegnamento della navigazione e della cultura del mare dalla manutenzione all'ormeggio, abbiamo deciso di puntare molto anche sulla parte agonistica di questo sport lavorando sulle regate. Spero che da qui a qualche anno – conclude Pinelli – i ruoli a bordo si invertano e siano proprio i ragazzi della Fuoric'entro ad essere in grado di portare in regata i velisti professionisti.”

Marco Bodini - tattico

“Abbiamo rispettato il vecchio Leone – commenta l'olimpionico Marco Bodini – abbiamo portato il Moro al massimo senza correre rischi inutili. Abbiamo fatto camminare una barca di circa 26.000 chili a 11,1 nodi. Mitja Gialuz è stato un randista bravissimo, mi ha impressionato come regolava la randa di un 21metri come se fosse su un 470. Abbiamo fatto una buona partenza, fuori dai rifiuti delle barche più grandi, Paolo Pinelli ha confermato anche in questa occasione di essere un ottimo timoniere portando questi 21 metri di barca in mezzo ad altre 2000 con estrema sicurezza e disinvoltura. E' stato un piacere – continua Bodini - vedere come tutti, dal primo all'ultimo componente dell'equipaggio abbia contribuito alla gestione del Moro. Mi sono divertito, abbiamo fatto una vera e propria preparazione tecnica alla Barcolana, infatti da venerdì abbiamo lavorato per ottimizzare il Moro, il suo equipaggio e la velocità, abbiamo scelto con coscienza le vele da usare e abbiamo pulito lo scafo. A terra e a bordo si è vista la buona volontà di tutti. Capita molto raramente – conclude Bodini – vedere professionisti e equipaggio dimostrare la stessa buona volontà lavorando insieme dal primo all'ultimo minuto del progetto. Volendo fare un bilancio post regata posso affermare che abbiamo vinto sia dal lato umano che dal lato agonistico ”.

27/10/2006





        
  



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