Epifani a Fermo: formazione e innovazione i temi sul tavolo
Fermo | Il segretario generale Cgil ha inaugurato la nuova Camera del lavoro provinciale prima di concludere un convegno all'Itis Montani
di Pierpaolo Pierleoni
E’ arrivato puntuale, alle 10, circondato dalle cariche locali dei sindacati e da buona parte dei politici di centrosinistra del Fermano, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che ha tenuto a battesimo la nuova Camera provinciale del lavoro di Fermo. Un ufficio che segna a tutti gli effetti l’autonomia della federazione sindacale fermana sancita lo scorso gennaio, in seguito all’istituzione della Provincia di Fermo. Ad accompagnarlo, il segretario provinciale del sindacato Alessandro Pertoldi, che ha preso la parola per primo, e Sandro Cipollati della lega Spi che ha ricordato la storia della Camera del lavoro di Fermo.
Dopo il taglio del nastro, il momento più significativo della manifestazione, con un convegno nell’Aula Magna dell’Itis Montani, incentrato su formazione, competitività ed innovazione. Tema d’attualità che ha visto numerosi interventi qualificati, davanti ad una nutrita platea, fatta di lavoratori, sindacalisti, politici del territorio. Non molti i sindaci del Fermano presenti, nonostante l’invito diramato a tutti i primi cittadini della nuova Provincia, presenti solo il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio, che ha aperto i lavori portando il saluto della città e riconoscendo l’importante lavoro effettuato da Cgil, ed il suo collega sangiorgese Claudio Brignocchi. C’era anche il responsabile nazionale Ds per la comunicazione Francesco Verducci, insieme al coordinatore provinciale del partito Fabiano Alessandrini ed all’assessore provinciale Renzo Offidani. Tra i relatori anche il vicepresidente provinciale Emidio Mandozzi.
Un convegno che per lunghi passaggi ha detto poco o nulla di nuovo rispetto alle tante tavole rotonde che negli ultimi anni si sono susseguite per cercare una strada di uscita dalla crisi del settore calzaturiero. L’importanza della formazione continua, i fondamentali investimenti sull’innovazione e la ricerca dell’eccellenza, la necessità di un rapporto forte con le scuole e l’università, anche per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Insomma un ritorno al classico, su temi di cui spesso si parla ma senza novità particolarmente interessanti. Tra i passaggi meritevoli di rilievo, senz'altro i preoccupanti numeri elencati dal segretario provinciale Cgil Pertoldi, su una crisi della calzatura tutt’altro che superata, con 109 aziende chiuse lo scorso anno, di cui 80 nella lavorazione del cuoio, e liste di cassaintegrati sempre più lunghe, con una mobilità cresciuta del 170% ed il lavoro stabile sempre più spesso rimpiazzato da quello precario. “Le piccole imprese e la flessibilità, un tempo nostro punto di forza, sono diventate la debolezza del territorio – ha denunciato Pertoldi – Serve investire sulla formazione per diminuire la precarietà. Le imprese che investono in formazione sono il 24%, contro il 62% della media europea”.
Gli risponde Alvaro Cesaroni, presidente di Confindustria Fermo, poco dopo. “Le nostre imprese sono quasi tutte piccole, in tutto il mondo gli investimenti delle piccole aziende sulla ricerca sono modesti. Serve una crescita delle imprese, altrimenti solo le grandi organizzazioni possono investire in ricerca e formazione. L’Italia investe nella formazione lo 0.56% del Pil, Francia e Germania sono intorno allo 0.75%, siamo indietro. L’importante, ripartendo dalle scuole, è far tornare la meritocrazia, un valore ormai scomparso.
A seguire, in attesa delle conclusioni di Epifani, l’intervento di Orietta Baldelli della Cna, e quelli di due lavoratori delle imprese locali. Poi, finalmente la parola al segretario generale Cgil. “In questa zona c’è una presenza industriale più abbondante dei più avanzati distretti europei. Servono intelligenza e senso di responsabilità. La vostra difficoltà è la stessa di tanti altre zone monoproduttive. I vostri problemi sono gli stessi di Biella, di Prato, di Mantova. Montebelluna era la capitale della calzatura, oggi a parte Geox è una città praticamente morta. La piccola impresa è croce e delizia del sistema produttivo italiano. Ma ci tengo a dire che non è vero che le piccole imprese non possono fare investimenti sulla ricerca. Non possono farli da sole, ma unendosi sì. Il problema è poi: chi si prende i benefici di questa ricerca? Non c’è accordo per crescere tutti insieme”.
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27/10/2006
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