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Inu e Quadrilatero

| Il convegno “Infrastrutture, sviluppo economico e governo del territorio tra Marche e Umbria”, ha riempito la sala dell’Abbadia di Fiastra venerdì scorso, dove la giornata è stata divisa in due momenti precisi: una parte tecnica e una politica.

Deficit infrastrutturale cronico e sviluppo. Scelte politiche e necessità urgenti. La giornata di approfondimento organizzata dall’Inu, l’Istituto nazionale di urbanistica di Marche e Umbria, un primo, grande risultato, l’ha ottenuto nella possibilità di confronto diretto tra tecnici, politici e imprenditori coinvolti a vario titolo anche nella “Quadrilatero”.

“Abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissi – ha dichiarato Sauro Moglie, presidente dell’Inu Marche – Un dialogo tra alcuni dei più importanti attori che, sulle infrastrutture, non avevano avuto la possibilità di confrontarsi durante un incontro qualificato”.

Il convegno “Infrastrutture, sviluppo economico e governo del territorio tra Marche e Umbria”, patrocinato dalla Provincia di Macerata, ha riempito la sala dell’Abbadia di Fiastra venerdì scorso, dove la giornata è stata divisa in due momenti precisi: una prima parte tecnica e una seconda politica. Due diversi approcci ai problemi che non sempre riescono ad incontrarsi, complicando le scelte con le polemiche e le proteste che il progetto Quadrilatero è riuscito a creare negli ultimi anni.

Due i fondamentali nodi da sciogliere, come ha sintetizzato a fine lavori il presidente della Regione Umbria, Rita Lorenzetti: l’aggiustamento della “cattura di valore” e la concertazione.
Il modello della Quadrilatero, infatti, prevede per i Comuni un rischio di investimento in aree che, ipoteticamente, potrebbero anche rivelarsi un flop, determinando un indebitamento che paralizzerebbe le finanze per decenni.

C’è poi l’accusa, formulata anche dal presidente della Provincia Giulio Silenzi, di mancata concertazione. Su questo punto pochissimi non si sono trovati d’accordo. Il Piano di area vasta è un sistema di progettazione fondamentale, ma è stato quasi reso inutile dal sistema, utilizzato dalla Quadrilatero, di approfondimento solo con i singoli Comuni. Su questo anche l’assessore ai Trasporti, Pietro Marcolini, è stato d’accordo: andare avanti con il progetto ma con Regioni e Province coinvolte direttamente.

Altro elemento fondamentale più volte ricordato, è stato il fattore tempo: in una nazione abituata alle lungaggini decennali che, di fatto, bloccano lo sviluppo del Paese, il presidente della Quadrilatero Gennaro Pieralisi ha sottolineato come, il metodo utilizzato, ha permesso in meno di tre anni di aprire i cantieri. “Noi imprenditori – ha tenuto a precisare Federico Vitali a nome di Confindustria Marche - come possiamo competere con le sfide globali che evolve di giorno in giorno, mentre le infrastrutture si discutono su progetti di venti anni fa?”.

Non è facile trovare un punto di incontro, ma la governance non può essere delegata o addirittura ignorata. I tecnici, per questo, consigliano un metodo abbastanza semplice, anche se rischia di allungare un po’ i tempi: concertazione con tutti gli Enti coinvolti, progettazione delle infrastrutture e, da quel momento in poi, la capacità politica di tenere testa alle singole contestazioni che, comunque ed inevitabilmente, verrebbero fuori.

Infine il problema risorse: la Quadrilatero non ha a disposizione il budget complessivo per la realizzazione delle opere previste nei progetti e, per i prossimi due-tre anni, la finanza pubblica non potrà certo garantire investimenti tali da raggiungere i costi di completamento.

I dati del Cipe sono allarmanti: dal 2002, anno in cui il 100 % delle delibere avevano copertura finanziaria, si è arrivati al 2005 quando il 90 % delle delibere, precisamente 21 su 24, non avevano budget a disposizione.

“Il deficit pubblico italiano – ha sottolineato, a fine lavori, il presidente nazionale dell’Inu, Federico Oliva – non consente adeguati investimenti sulle infrastrutture, come accade in Paesi come la Spagna e la Francia. Di questo bisognerebbe avere maggiore consapevolezza”.

Sulla Quadrilatero, la scelta politica della Presidente della Regione Umbria è chiara: “Finiamo la Ss 76, che ha una copertura totale, e utilizziamo i fondi a disposizione per completare anche la 77. A tutto il resto si penserà poi”.

02/10/2006





        
  



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