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Idee e progetti di Italia Nostra, ma poco entusiasmo dei politici

Fermo | La Ferrovia Adriatico-Appennino ha svolto un importante servizio per 48 anni Il racconto di Gino Pennacchietti, l’ultimo macchinista

di Elvezio Serena*

Oggi, 27 agosto 2006, forse pochi lo ricordano, ricorre il 50° anniversario della cessazione del servizio ferroviario Porto San Giorgio-Fermo-Amandola. L’ing. Luigi Ferrazzi, Direttore dell’esercizio di Fermo della Società per le Ferrovie Adriatico-Appennino (F.A.A.), con lo scarno comunicato del 25 agosto 1956, dettato da “disposizioni ministeriali”, informava i sindaci interessati della imminente chiusura della linea.

Ciò che le popolazioni di Fermo e di tutta la valle del Tenna fino ad Amandola avevano fortemente desiderato e atteso, poi realizzato dopo circa 30 anni, e utilizzato per 48, veniva cancellato con il Decreto del Ministero dei Trasporti n. 1017 dell’8 marzo 1956. Il macchinista Gino Pennacchietti, in servizio da Amandola al deposito di Santa Lucia, allora trentenne, commenta così l’ultima corsa, con pochi viaggiatori: “Era già nell’aria, non è stata un’improvvisata” e “Non c’è stata una convinta contestazione”. Sento la necessità e il dovere di fare il punto della situazione su questo importante patrimonio storico, architettonico e ambientale, tanto amato e rimpianto dai cittadini, ma che non suscita ancora la dovuta attenzione di politici e amministratori, freneticamente alle prese con scelte su corsie stradali e autostradali, parcheggi, rotatorie e “fluidificazione” della circolazione di veicoli a motore. Credo che la prima proposta di riutilizzare la strada ferrata come percorso “salute”, quando il vecchio sedime non era così compromesso come oggi, fu avanzata nei primi anni ’90 dall’allora assessore provinciale grottese Dino Ciuccarelli, ma purtroppo non ebbe seguito.

Con una grande mostra itinerante a Fermo, Porto S. Giorgio e Amandola, che ha richiamato alcune migliaia di visitatori, attraverso convegni, conferenze, spettacoli e raccolta firme, anche negli altri comuni della valle del Tenna, dal 1996 la sezione fermana di Italia Nostra è attiva per riportare alla pubblica attenzione l’importanza e la necessità del recupero e della tutela del patrimonio della ex Ferrovia, infrastruttura che ha rappresentato un forte elemento di coesione culturale e sociale del territorio fermano, sempre ribadito anche dal Comitato Territoriale per la Provincia del Fermano presieduto dal Cav. Vitali. A seguito di queste iniziative a fine anni ’90 la Provincia di Ascoli Piceno, con il Progetto “AFA”, ha sviluppato uno studio di “percorso ecologico multiuso sulle tracce dell’antica Ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola”, con itinerari a piedi, a cavallo, in bicicletta e, dove e se possibile, anche con il servizio ferroviario.

Successivamente Italia Nostra ha organizzato con “Piceno da Scoprire” gli itinerari turistici in pullman “Su e giù per il Fermano con il Trenino dei Sibillini”, che hanno riscosso un lusinghiero successo tra residenti e turisti. L’Associazione, nel gennaio 1999, ha promosso la costituzione del “Comitato per il Trenino dei Sibillini”, allo scopo di sensibilizzare cittadini, politici e amministratori per riattivare la storica linea a scopo turistico-ambientale, collegando il Parco Marino del Piceno (di prossima istituzione), l’auspicato Parco di Archeologia Industriale al Montani di Fermo, il Parco Archeologico di Falerone e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

È stato redatto un primo studio con l’indicazione dell’ipotesi di tracciato, e delle numerose aree di attrazione turistica, paesaggistica, culturale, gastronomica, oggi esposto all’interno del comune di Servigliano, dove il 2 luglio 2005 è stato ricordato il centenario della posa della prima pietra dell’opera. Positive esperienze nazionali ed europee, l’appoggio dell’allora europarlamentare Francesco Baldarelli, membro della Commissione Trasporti, e la possibilità di sfruttare fondi comunitari, anche con il cosiddetto Progetto APE (Appennino Parco d’Europa) hanno esaltato l’entusiasmo dello scrivente e degli amici che lo appoggiano. La costituzione di Co.Mo.Do., Confederazione nazionale per la Mobilità Dolce, di cui faccio parte in qualità di delegato della sede centrale di Italia Nostra, ha riacceso in me le speranze, mai sopite, di veder sbuffare nuovamente “lu trinittu”, così veniva chiamato dalla gente, nella valle del Tenna.

Tale organismo, infatti, ha avanzato una proposta di legge per il recupero, la valorizzazione e la riattivazione di percorsi storici, a partire da ex linee ferroviarie, alzaie dei canali, sentieri, tratturi, ecc. La MAP srl di Milano ha recentemente consegnato a Italia Nostra uno studio di fattibilità di Greenway nel tratto Servigliano-Amandola, che dovrebbe completare il tratto Servigliano-Porto S. Elpidio allo studio del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Fermano (C.O.S.I.F.).

La Provincia di Ascoli Piceno, a seguito del Convegno nazionale “Percorsi verdi e turismo sostenibile” organizzato dalla nostra sezione, ha recentemente istituito un apposito gruppo di lavoro per la creazione di una rete di mobilità dolce (Mo.Do.), cioè a basso impatto ambientale e con mezzi non motorizzati, che ovviamente include anche la ex F.A.A. Ripercorrendo il tracciato, progettato dal milanese Ernesto Besenzanica, dispiace molto constatare lo stato di abbandono e di degrado in cui versano molte stazioni, alcune delle quali poste sotto i vincoli della competente Sovrintendenza. Alcune proprietà ex F.A.A. come stazioni, caselli, tracciato, sono state acquisite dai rispettivi comuni, o da privati, che sono intervenuti o stanno intervenendo nel recupero.

Cito il tratto di pista ciclabile a Porto S. Giorgio, il recupero delle stazioni di Montefalcone, Montegiorgio e Monturano-Rapagnano. Manca però un progetto complessivo di tutto il sistema della ex linea ferroviaria, che ho sempre auspicato, tale da ricostruire quell’insieme di simboli (colore delle stazioni, destinazione d’uso, uniformità e collegamento dei percorsi pedonali/ciclabili, segnaletica, ecc.) caratterizzanti l’effettivo “sistema” dall’Adriatico ai Monti Sibillini. I comuni del Fermano devono oggi dimostrare di saper essere concretamente Provincia, lavorare insieme, meglio e di più, per attuare importanti progetti come quello sulla ex F.A.A., che caratterizzino la nostra offerta e vocazione turistica, nella prospettiva di rilanciare il settore, dalle inespresse potenzialità. Alla Ferrovia Porto S. Giorgio – Fermo – Amandola il nostro iscritto Dario Rossi ha dedicato il volume “Il treno della valle del Tenna”, che ripercorre, anche attraverso documenti, testi e immagini, le tappe della realizzazione dell’opera, a partire dal 1877.  

* Presidene Italia Nostra - sezione del Fermano

27/08/2006





        
  



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