Caso Labdidi
Fermo | Lettera aperta sulla polemica del consigliere Del Vecchio con l'Amministrazione Comunale
di Marco Milozzi
Sul Corriere della Sera del 30 novembre del 2003, il giornalista Magdi Allam riporta passaggi di sermoni di alcuni Imam che in Italia avrebbero incitato all'odio verso l'Occidente. Per motivi di lavoro conosco l'Imam di Fermo, Labdidi Abdellah, so che è una persona mite, nonviolenta, disponibile al dialogo. Sempre per motivi di lavoro, ma anche per convinzione personale, ritengo che i popoli e le culture si debbano incontrare perché una cultura è feconda solo se un elemento esterno viene a fecondarla, altrimenti si ammala e muore.
Moni Ovadia, che arabo proprio non è, dice una cosa del genere nel bellissimo spettacolo sul tema dello straniero (La bottiglia vuota) tenuto, tra l'altro, proprio a P.S.Giorgio un paio d'anni fa. Con tutta la disponibilità che ho, come d'altronde ogni altro operatore di intercultura, non mi nascondo che le differenze culturali sono una ricchezza ma anche una difficoltà da attraversare, senza innamoramenti e senza pregiudizi ma solo come un dato di fatto con cui confrontarsi. A partire da questi concetti mi metto in ascolto e adesso, come pure nel 2003, non do nulla per scontato. Nemmeno che il mio amico Labdidi possa aver fatto un, cosiddetto “sermone dell'odio”, anche perché io non conosco la lingua araba. Chiamai Abdellah e rimasi in attesa di notizie dalla stampa.
Dopo alcuni giorni il Procuratore della Repubblica di fermo, dott. Baschieri dichiarò alla stampa di aver visionato la videocassetta che rportava il sermone incriminato per ben due volte, con due esperti diversi e che non avrebbe aperto alcun fascicolo perché l'”avviso di garanzia giornalistico” di Allam non aveva alcun riscontro.
Gettare fango su una comunità con notizie false mi indigna perciò mandai la seguente lettera a Magdi Allam ed agli altri giornali riportati in calce per chiedere da quale fonte avesse mai appreso una notizia così grave. Non mi sarei aspettato una marcia indietro da Allam ma una risposta o almeno una ripresa della notizia da parte delle altre testate si.
E invece nulla.
Dopo qualche tempo addirittura la notizia viene ripresa e pubblicata da Oriana Fallaci, così il danno di immagine diventa pesantissimo. Ora se le forze di destra vogliono confrontarsi con una realtà che da noi è in crescita grazie alle strategie delle multinazionali che impoveriscono e depredano il sud del mondo, si può discutere. Se le forze di destra vogliono discutere CON l'Islam (e non SULL'Islam) del difficile incontro, possiamo parlare. Se vogliono invece inveire senza argomenti reali nascondendosi dietro la croce cattolica io non ci sto. Anche perché le parole di Gesù dicono esattamente il contrario, così come la tradizione del sufismo, a cui l'Imam di Fermo fa riferimento, che è una tradizione mistica assolutamente lontana dalle dottrine rigide e immutabili.
Di seguito è riportata la lettera che inviai a Magdi Allam il 7 dicembre 2003 a nome del Comitato Sceglipace e che non ha avuto risposta alcuna.
"Gentilissimo Magdi Allam vivo a Fermo dove ho avuto modo di collaborare con moltissime componenti del comitato per la pace che lo scorso marzo portò in piazza (qui, in provincia) quasi 3mila persone contro la guerra. Tra essi c'era anche Labdidi Abdellah, Imam di Fermo con una delegazione del Centro di Cultura Islamica del Piceno. Mi è sembrato del tutto fuori luogo attriburgli parole di violenza verso gli occidentali ma devo fare due precisazioni:
1) non lo consoco così bene da escludere che possa o meno aver pronunciato le frasi attribuitegli, per cui ho sentito diverse persone per cercare di capirci meglio e tutti mi hanno espresso la stessa incredulità rispetto a ciò che Lei ha pubblicato sul Corriere della Sera di domenica scorsa;
2) non è mia intenzione difendere una singola persona, per quanto rappresentativa della comunità islamica locale. Mi preme invece, difendere l'accoglienza come valore intrinseco di ogni civiltà, qualunque sia l'aggettivo che ci vogliamo collegare. Mi preme che dalle nostre parti, dove i giovani usano dire "marocchino" come insulto, la gente impari sempre più a conoscersi e a rispettarsi e non invece a diffidare o peggio a scontrarsi. I musulmani lavorano nelle stesse fabbriche, vivono nelle stesse palazzine, crescono nelle stesse scuole, esattamente dove siamo noi e i nostri figli. L'ACCOGLIENZA quindi è valore per tutti, non è un dare pietistico da parte di chi può verso chi non può. Certo che molti, anche amici, mi obiettano che molti musulmani sono chiusi, fanno riferimento alle loro comunità, non si aprono. Ma tutto ciò mi sembra molto al di qua dell'accusa di fiancheggiare il terrorismo. Le scrivo queste righe confortato anche dalle parole del Procuratore di Fermo Piero Baschieri il quale, stando al Corriere Adriatico del 3 dicembre scorso "sembrerebbe propenso ad escludere che il tenore del discorso tenuto dall'Imam sia tale da prefigurare possibili reati come il terrorismo" "
Labdidi -continua l'articolo- agli inquirenti risulta essere un uomo conosciuto come "valida cerniera" tra le autorità, le forze di polizia e la comunità musulmana".
La mia domanda è molto semplice: quale fonte può mai averLa indotta a tirare in ballo l'intera comunità islamica marchigiana, nota per la sua linea moderata? Con chi dialogheremo domani se oggi mettiamo nell'angolo i moderati? A che scopo tutto questo?"
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01/08/2006
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