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Un fermo pesca discriminatorio per gli operatori sambenedettesi

San Benedetto del Tronto | Da domani i ristoranti della Riviera delle Palme non potranno più servire pesce nostrano. Interrogazione regionale a Spacca di Guido Castelli.

di Guido Castelli


Da Domani i ristoranti della Riviera delle Palme non potranno più servire pesce nostrano. Un grave danno per i nostri operatori del settore pesca e del comparto turistico che devono anche “tollerare” le recenti (beffarde) dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole.

Il Prof. De Castro infatti, a seguito dell'incontro a Bruxelles con il Commissario europeo per la Pesca, Joe Borg, ha annunciato in pompa magna "la fine dei problemi derivanti dal fermo biologico". Il rappresentante del governo, evidentemente, ritiene positivo un modello di fermo che, in realta', determina una vera e propria disparità di trattamento a discapito degli operatori del settore ittico sambenedettese e, più in generale, di tutti quelli che gettano le proprie reti nel mare Adriatico (fermo biologico di quasi un mese).

 Il tutto a vantaggio di quelli che, invece, hanno la "fortuna" di pescare nel mar Jonio e Tirreno e per i quali il fermo sarà di quattordici giorni, con la facoltà di attuarlo anche nel restante periodo.E' vero che il decreto prevede (nelle premesse) l'impegno ad estendere il fermo obbligatorio  in modo uniforme per tutti i mari. Ma solo dal prossimo anno e quindi oggi siamo di fronte a una decisione che limita pesantemente, proprio in concomitanza della stagione estiva, l'attività economica dell'intero comparto sambenedettese e marchigiano.

Un'altra "mazzata" per le nostre flotte pescherecce  e per questo ho presentato una specifica interrogazione al presidente della Giunta regionale . Alla luce dell'odierna, gravissima, situazione   ho chiesto di conoscere quali siano state le iniziative della Regione Marche per formulare al Governo nazionale, di concerto con le altre regioni adriatiche, una proposta unitaria per il fermo pesca e quali siano le ragioni che giustificano una disparità di trattamento tra le regioni che si affacciano sull'Adriatico e quelle che si affacciano sullo Jonio e Tirreno.

Non era forse il caso di formulare per tempo al Ministro delle Politiche Agricole, al di là delle promesse, una più valida proposta che potesse essere sintesi delle istanze che da tempo le marinerie marchigiane rivolgono aGoverno di questa Regione senza ottenere risposte? Spero che Spacca (almeno su questo punto riesca ad essere convincente.

31/07/2006





        
  



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