Paolo Consorti, unico sambenedettese in una mostra internazionale
San Benedetto del Tronto | Si terrà a Villa Panichi Seghetti una esposizione d'arte contamporanea con artisti provenienti da tutto il mondo.
“Nemo Propheta in Patria” recitava un antico proverbio latino. Sicuramente sconosciuto a Paolo Consorti, visto che proprio lui sarà una dei grandi protagonisti della mostra-evento in programma dal 16 settembre al 5 novembre 2006 nel suggestivo parco bioenergetico del borgo storico Seghetti Panichi di Castel di Lama. Originario di San Benedetto, Consorti sarà l’unico artista marchigiano – insieme a Fathi Hassam, egiziano che vive da molti anni a Fano - presente ad uno degli appuntamenti nazionali più rilevanti e interessanti nell’ambito dell’arte contemporanea, nel periodo considerati.
Dopo aver compiuto gli studi all'Accademia di Belle Arti di Macerata ha esordito giovanissimo come scenografo collaborando con Renzo Gronchi e Serghej Bondarciuk; dal 1991 si è dedicato completamente alla pittura esponendo in Italia, Germania, Stati Uniti e Giappone. Recentemente ha contribuito alla realizzazione di un film ispirato all’Inferno Dantesco, visto come una discesa nelle viscere della terra che in un accostamento tra medioevo e contemporaneità evoca nuove spiritualità.
Nelle sue opere si mescolano pittura, fotografia ed elaborazioni digitali che raccontano una grande umanità in cui uomo e natura si fondono in spazi iper naturali, dove tutto è investito da un movimento continuo e atemporale in cui l’uomo recita con il suo corpo. Bene si inserisce dunque tutta la sua produzione nell’ambito della rassegna al Parco storico Seghetti Panichi intitolata “Natura: morte e resurrezione. 24 artisti internazionali per un ecologia della mente”, curata dalla critica d’arte Marisa Vescovo e organizzata dall’associazione culturale Seghetti Panichi, dedicata al tema della devastante violenza che da anni il creato stà subendo da parte dell’uomo, e che ha già provocato mutazioni negative della vegetazione con conseguente scomparsa di specie botaniche e animali.
Questa spirale può essere fermata anche attraverso l’arte, espressione di un disagio che persone sensibili come Consorti possono esprimere e raffigurare, avendo come obiettivo la necessità di un recupero della bellezza primordiale della natura. Presenti alla mostra, direttamente o con le loro creazioni, personaggi rilevanti della scena internazionale dell’arte contemporanea, come l’americano Denis Oppenheim, fondatore della Land Art, il tedesco Joseph Beuys, o gli italiani Luigi Mainolfi, Vettor Pisani, Piero Gilardi, Nino Migliori, Vittorio Messina, mostri sacri della pittura, scultura e fotografia che hanno scelto il Parco Botanico di Villa Seghetti Panichi (inserito nel circuito di Grandi Giardini Italiani) per aderire ad un progetto di sensibilizzazione del rapporto ora distorto fra genere umano e universo.
Presenti anche le giovani emergenti come la canadese Margot Quan Khight e gli italianissimi Andrea Caretto e Raffaella Spagna, che lavorano in coppia e solo con elementi vegetali e che con tutta probabilità rappresenteranno l’Italia alla Biennale di Venezia. Nomi e artisti di grande calibro, noti a livello mondiale, e che rendono ancora più importante la partecipazione all’esposizione di Paolo Consorti, che dopo aver realizzato personali in diversi Paesi, sta ora arrivando anche in Australia, dove proporrà al pubblico locale le sue opere, la sua poesia e anche in parte lo spirito della sua terra.
Per informazioni : tel. 3348991218.
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27/07/2006
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