Si sono svolti alle 16 nella Chiesa San Gabriele di Campiglione di Fermo i funerali di Roberto Petrini, il 38 enne fantino residente a Monte Urano, in Località Triangolo, morto domenica pomeriggio sull’A14, all’altezza del casello autostradale di Pedaso.

Una fine terribile per un giovane molto conosciuto nell’ambiente delle corse ippiche, in cui negli ultimi anni si era tolto notevoli soddisfazioni, scalando le classifiche fino a raggiungere il 36° posto nelle graduatorie nazionali. Una morte che ha gettato nella disperazione in primis la famiglia dell’uomo, la moglie Katia Antonelli, il figlio Niccolò, di soli 4 anni, il padre Neghelli, la madre Sandra ed i fratelli Susanna e Massimo.

Fortissima la commozione in chiesa, dove la salma di Petrini è arrivata dalla camera mortuaria dell’ospedale Murri di Fermo, dove era stato portato, ormai già privo di vita,intorno alle 17 di domenica. Un incidente su cui si cerca di fare chiarezza, vista la complessa dinamica del sinistro. Il camioncino, che trasportava due cavalli, proveniente da San Giovanni Teatino dove Petrini aveva disputato una gara, era guidato da un suo amico, Gianfranco Piergallini, automobilista particolarmente esperto. Ma la sua abilità non ha potuto nulla quando il suo mezzo è rimasto schiacciato tra due tir.

Si è infatti trovato davanti ad un incidente, ha tentato di schivare i veicoli rimasti in mezzo alla carreggiata ma, a quanto sembra, sarebbe stato ulteriormente urtato da un’auto che gli ha fatto esplodere una gomma posteriore e fatto perdere il controllo del furgoncino. Questi almeno alcuni degli elementi che sembrano emergere dalla ricostruzione dei presenti, anche se la dinamica non è ancora stata chiarita ufficialmente dal comando di polizia stradale di Porto San Giorgio, accorso sul luogo della tragedia.

Di certo resta il dolore e l’enorme rimpianto per uno sportivo talentuoso, per un lavoratore instancabile, e più di tutto per un padre di famiglia che quella maledetta domenica non ha potuto riabbracciare i suoi cari.