La riflessione che nasce dopo l’appoggio pubblico di Don Monterubbianesi al candidato sindaco Buondonno non deriva tanto da ciò che egli dice (le valutazioni come sempre spettano al lettore), quanto da quello che non dice la sinistra.

Ma come, a livello nazionale la sinistra scatena il finimondo solo perché il Cardinale Ruini invita i cattolici a sostenere i candidati che difendono i valori fondanti della Chiesa, e qui tace?

Ora, a parte la semplice considerazione che se la sinistra si è sentita danneggiata dalle parole del Cardinale che non ha certo detto caro Silvio caro Gianfranco o caro Pierferdinando evidentemente è perché si sa di non essere essa portatrice di tali valori (la sua reazione non è forse un’ammissione di ciò?), la domanda è molto semplice: se può dire la sua Don Monterubbianesi, perché non la può dire il Cardinale Ruini che pure ciò che ha detto era di tutt’altro tenore?

Per quel che mi riguarda, trovo normale che se Don Monterubbianesi sente il bisogno di dire “Caro Peppino”, lo dica.

Ciò che invece non trovo normale è che la sinistra prima stabilisce da sola quali siano i codici di comportamento, poi pretende pure che si applichino o meno, di volta in volta, a seconda che li reputi a proprio svantaggio o a proprio favore.