Amministrative. Azzardiamo qualche pronostico?
San Benedetto del Tronto | "Tre moschettieri" (Campanelli, Costantini, Martinelli) contro un solo "Cardinale" (Gaspari). Opinioni. Suscettibili di essere sorprendentemente confermate o clamorosamente smentite.
di Carmine Rozzi

Il Dott. Carlo Iappelli : a chi passerà il testimone ?
La campagna per le amministrative è appena iniziata e già impazza il “toto sindaco”. Opinionisti della politica locale, giornali di stampa ed on-line si sbizzarriscono nel riportare proiezioni, sondaggi, interpretazioni, valutazioni e ipotesi. La cosa sembra però riguardare esclusivamente i “tre moschettieri” Campanelli, Costantini e Martinelli (ordine alfabetico) schieratisi contro il “cardinale” Gaspari. Ma, a differenza dei tre baldi giovanotti di Dumas, qui la massima “tutti per uno, uno per tutti” è stata riveduta e corretta con un più prosaico “ognuno per sé e chi vuole l’unità…se la compri all’edicola! ".
Considerando che siamo appena agli inizi, che c’è ancora tutto un mese da spendere in comizi, interventi, convention e riunioni diamo alle seguenti considerazioni un beneficio di inventario del 5% (in più o in meno). Allora, senza indugio, partiamo dal più “facile”: Giovanni Gaspari.
PIU’. Ex Vice Sindaco nella Giunta Perazzoli. Politico di scuola, gavetta nel partito (Pci), fedelissimo al simbolo e agli ideali della sinistra come alla sua Inter (che fegato!). Preparatissimo su quello che dice (anche grazie ad una memoria da elefante). Nei suoi interventi parla pacatamente iniziando come un diesel e finendo come un rullo compressore. Ha l’appoggio del suo partito (incondizionato e quello che più conta: disciplinato) e degli altri della coalizione da più di quattro mesi a questa parte. Le ultime elezioni nazionali hanno decretato l’avanzata continua e costante del centrosinistra già ampiamente anticipata dalle regionali quindi si muove come un pesce in …molta acqua. I suoi sostenitori, e non solo, incontrandolo per strada lo chiamano già “Signor Sindaco”.
MENO. Nonostante la sua preparazione e i suoi modi affabili sembra sprovvisto quasi totalmente di quel carisma che da solo “accende i cuori ed infiamma le anime”: Perazzoli docet. Sembra avere difficoltà a far spaziare lo sguardo oltre le colline sovrastanti la sua amatissima città.
Conclusione: siamo vicinissimi al 50 %. Per lui, un ballottaggio, è il risultato minimo.
Passando alla triade e andando in ordine alfabetico iniziamo da Tablino Campanelli:
PIU’ : Rampollo di una tra le più conosciute e stimate famiglie della città. Certamente vicino ad un certo jet-set locale. Modi da gentleman alla Agnelli, risorse finanziarie notevoli (vedasi i suoi mega- affissi elettorali), programmi originali, nuovi ed alternativi (esempio: libri scolastici gratis per tutti). Lo stesso nome della lista che lo appoggia “San Benedetto per San Benedetto” è tutto un programma. E’ un’assoluta novità e questo già basta ad assicurargli una percentuale minima di voti dovuti alla curiosità del fatto.
MENO: Il fatto di passare politicamente per un “UFO”. Autentico oggetto misterioso. Non solo. Ma fino ad ora ha ignorato (per non dire snobbato) l’unico confronto organizzato all’Agraria tra tutti e quattro i candidati. Chi non è venuto si è scusato e ha spiegato il perché. Lui, nulla.
Conclusione: sembra essersi messo in gioco più per una scommessa tra amici che per intima convinzione. Evidentemente se lo può permettere. Buon per lui. Non oltre l’1% ed ogni punto in più è un exploit.
Restiamo alfabeticamente nella “C” come Edio Costantini:
PIU’: Come si suol dire in America, sembra “overqualified for the job” (superqualificato per la richiesta di lavoro). Presidente del Comitato Sportivo Italiano, una specie (con tutto il rispetto dovuto) di Opus Dei dello sport. Dà del tu, indifferentemente ed equamente, a Rutelli come a Giovanardi. A Petrucci come al Cardinal Ruini. E’ vicino di casa della Conferenza Episcopale Italiana. Abituato a gestire un’associazione con più di un milione di iscritti. Oratore colto e stringato. Modella i suoi interventi a secondo delle esigenze come un violinista il suo Stradivarius. Nella conferenza stampa tutti i presenti dei partiti e delle liste che lo appoggiano a guardarlo ammaliati con la stessa espressione facciale dell’attore Dreyfuss davanti all’astronave spielberghiana di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. E’ un sambenedettese nato a San Benedetto. Non a Palermo, o a Milano (senza offesa ). Ed in provincia questo ha il suo valore.
MENO: Proprio perché abituato a spaziare tra i “grandi pascoli” potrebbe avere non poco difficoltà a calarsi nella quotidianità della “sua” Sanbenedetto. E’ stato chiamato ed ha accettato l’incarico all’ultimo momento. Ora ha non più di una ventina di giorni per comporre un programma politico credibile e farlo conoscere alla città. Impresa titanica anche se può contare sull’appoggio di partiti ed uomini preparati e navigati. Paradossalmente, alla pari di Campanelli, per la cittadinanza è anche lui un oggetto misterioso. Alle amministrative del ’93 racimolò mille voti. Lui dice che lo fece per scommessa. Questa volta avrà bisogno di molto più consensi. C’è da pagare il tiket della frattura con Forza Italia. Con l’apporto delle liste, dei partiti, e innegabilmente di un certo apparato religioso locale, se tutto va bene, si può avvicinare ad un 25 %.
Ed eccoci al “Dottore”. Domenico Martinelli. Il “Mimmo” locale.
PIU’: valga la stessa definizione americana usata per Costantini. Da decenni nessun personaggio della vita civile e politica locale ha raccolto più consensi e disapprovazioni di lui. Di Martinelli si può dire di tutto ma non che passi inosservato. Eletto Sindaco tra lo stupore generale, lui venuto dalla società civile, in quattro anni è riuscito, dal punto di vista estetico, a rovesciare la città come un guanto. La sua Giunta, pur dovendo quasi quotidianmente fare i conti con una maggioranza caratterizzata da litigi “non stop”, è riuscita ad avviare lavori pubblici e investimenti per l’incredibile ammontare di circa 40 milioni di euro. Ma, cosa ancor più incredibile, senza chiedere un soldo alla città ed anzi riducendo certe aliquote d’imposte. Intelligente, carattere forte, carisma da vendere. Moltissimi cittadini lo chiamano semplicemente “Mimmo” in segno d’affetto.
MENO: in molti circoli politici trasversali le sue “dimissioni” sono considerati di una ingenuità politica colossale: bastava emettere un qualsiasi atto del giorno, convocare il Consiglio ed, eventualmente, lasciarsi sfiduciare. In tal modo chi lo osteggiava sarebbe venuto allo scoperto e lui, insieme a tutta la maggioranza ne sarebbe uscito, sì con le ossa rotte, ma non da solo a far da capro espiatorio ed oggi forse, con Forza Italia, occuperebbe certamente il posto di Costantini. Ma “Mimmo” è “Mimmo”. Forza Italia ne è rimasta soggiogata, ammaliata, ed un po’ plagiata (senza offesa) seguendolo nella sua sfida da “Cavaliere nobile e solitario”. Anche per lui la frantumazione con la Cdl esige il suo tiket.
Conclusione: dichiara di ritenere fondamentale l’apporto di Forza Italia ma in realtà punta tutto sulla sua figura , sul Prg. , sul suo passato e su certi biglietti da visita come Lungomare, Viale Secondo Moretti, Via XX Settembre ecc. Basterà ? Se Forza Italia regge (15/16 % ? ) ed il proverbio “sindaco uscente sindaco vincente” vale anche per lui ( /12/14 % ?), ad occhio e croce, potremmo arrivare anche qui sul 25%.
Riassumendo. Al primo turno la corsa è tutta tra Costantini e Martinelli con Gaspari già virtualmente qualificato e pronto ad aspettare il vincitore dello scontro “fratricida” per giocarsi la finale, tranquillo e riposato. Se poi il candidato dell’Unione riuscisse a dare una “pedalata in più” non ci sarà neanche bisogno dello spareggio.
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04/05/2006
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