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Il Giro è arrivato in Lombardia

| BERGAMO – Trionfo di Bettini nella tappa odierna. Domani iniziano le montagne

di Renato Novelli


L’ultima volata. prima delle grandi salite l’ha vinta Bettini. Dopo la figura non proprio felice di Termoli, quando il titolare della medaglia olimpica alzò le braccia, senza accorgersi di essere stato superato, questa volta ha resistito alla ruota di Pollack ed è riuscito a tagliare per primo la striscia bianca del traguardo. La volata è stata fatta a 60 km. all’ora e il gruppo negli ultimi tratti di gara correva a sessanta all’ora. Il Giro è arrivato in Lombardia, la regione più importante per il ciclismo italiano.

La vera capitale del ciclismo italiano rimane Bergamo. Ben 16 professionisti vengono da quella provincia, che ha una tradizione solida e di lungo periodo. Da Pesenti che vinse il Giro del 1932, al più famoso Gimondi, Gotti e Savoldelli, molti corridori di prima linea sono cresciuti nei vivai delle vali bergamasche.

Domani iniziano le montagne. L’opinione generale è chiara: Basso ha dimostrato di essere il più forte, i suoi contendenti non sembrano in grado di poterlo spodestare.

A Cunego e Simoni rimane forse lo spazio per un’impresa di tappa. Si corre per il secondo posto ? probabilmente si. Non solo Basso è stato finora di gran lunga il più forte, ma sembra che continui ad esserlo. Anche Martinelli direttore della Lampare, cioè di Cunego, ha detto che il suo campione corre più contro gli altri che contro Basso.

Potrebbe forse accadere che quest’ultimo, dopo aver resistito ad attacchi, vada lui stesso in fuga in rosa. Vedremo. Oggi, è bene anche parlare di un libro che racconta la storia del rapporto tra un campione assoluto di nome Girardengo e un bandito assoluto che si chiamava Sante Pollastri. Erano coetanei e tutti e due di Novi Ligure. Pollastri era un asso in bicicletta, veloce e dalla pedalata poderosa, riusciva anche a sparare con grande precisione.

Insomma era un rapinatore e la bici era il suo mezzo. Era un tifoso affezionato di Girardengo che conosceva da ragazzo. Quando quest’ultimo andò a Parigi per un confronto con Pellissier, Pollastri non resistette alla tentazione di andare al Parco dei Principi a vedere il suo concittadino. Ci aveva pensato anche un commissario di nome Rizzo. E Sante, il bandito delle due ruote, in odore di anarchia, si ritrovò dietro le sbarra a metà degli anni venti. Morì nel 1958, in carcere. Il libro è da leggere. Ma ditemi un po’ quali altri sport presentano storie come questa, scaturite dal profondo della società quotidiana ?

22/05/2006





        
  



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