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Sondaggio Cittadinanzattiva su farmaci al supermercato

| ROMA - Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti valuta interessante il sondaggio sui farmaci al supermercato condotto da Cittadinanzattiva.

E’ uno spaccato degno di attenzione anche se limitato e in parte interno all’Associazione, un sondaggio che merita alcune riflessioni.

Tuttavia il MNLF si permette di consigliare a Cittadinanzattiva di condurre un altro sondaggio, assai più interessante, per conoscere se i propri iscritti sono soddisfatti

- del numero di farmacie presenti sul territorio;

- di doversi mettere alla ricerca per trovarne una aperta nei giorni festivi o di chiusura estiva;

- di doversi recare due o tre volte nella stessa farmacia per trovare il farmaco prescritto dal medico;

- dei prezzi dei farmaci con obbligo di prescrizione che non andrebbero mai nei supermercati;

E ancora se sarebbero d’accordo di

- aumentare in maniera sensibile il numero delle farmacie nel territorio;

- ampliare la concorrenza tra le farmacie cancellando le barriere che impediscono a migliaia di laureati di aprirne una farmacia



L’80% dei comuni italiani, pari al 27% della popolazione, può avere per legge non più di una farmacia. Per ogni cento euro pagati di tasca propria dai cittadini per i farmaci acquistati in farmacia solo dieci sono per i farmaci da banco, gli altri novanta, quelli che hanno registrato gli aumenti maggiori rimarrebbero in farmacia agli attuali costi.

Ben altre dovrebbero essere le soluzioni a partire dalla cancellazione del numero prefissato di farmacie sul territorio.

Tutta la filiera del farmaco dovrebbe essere investita da una seria riforma a partire dalla produzione e dalla durata dei brevetti, per seguire ai meccanismi della distribuzione intermedia e a quella al dettaglio.

Introducendo elementi di concorrenza in tutto il sistema verrebbero drasticamente abbassati i costi sostenuti dal cittadino e dal S.S.N. con notevoli risparmi che potrebbero essere utilizzati nella ricerca e in nuovi servizi sociali.

E giunto il momento che il dibattito sul farmaco faccia un salto di qualità e abbandoni facili demagogie “populiste” più o meno interessate. Il cittadino deve essere posto nelle condizioni di comprendere in maniera compiuta la realtà della situazione, soluzioni o suggerimenti parziali non servono a nessuno, tantomeno a difendere gli interessi dei consumatori.

06/04/2006





        
  



2+5=

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