Boom di prenotazioni per gli agriturismi
San Benedetto del Tronto | Le famiglie del Piceno non rinunciano alla tradizione e alla buona tavola soprattutto a Pasqua
di Luigina Pezzoli
Un aumento della spesa, pari al 5 per cento rispetto all’anno precedente, che le famiglie italiane effettueranno per imbandire le tavole durante il periodo di Pasqua. Questo è quanto emerge da una studio svolto dalla Confederazione Italiana Agricoltori. La Cia di Ascoli Piceno sottolinea che, tra i prodotti tipici del nostro territorio, i più gettonati sono i formaggi tra cui il pecorino ascolano, il miele di Acacia ed i Mille Fiori, le pesche sciroppate della Valdaso, l’olio extra vergine di oliva, il vino bianco come il Falerio, il vino cotto e le carni d’agnello. Prodotti che rimandano ai colori e profumi della stagione primaverile, in tutta la loro elevata freschezza.
Una Pasqua dove la tradizione torna a trionfare nelle tavole degli italiani, sempre più attenti ad una sana alimentazione senza per questo rinunciare al piacere della buona cucina. La Cia rende noto che la scelta del prodotto genuino e di qualità è confermata anche dall’affluenza nelle aziende agrituristiche che registrano numerose prenotazioni per il prossimo week-end. Gli italiani per imbandire le tavole con prodotti tradizionali (agnello, salumi, formaggi, ortaggi, frutta, dolci, uova, pasta) spenderanno più di 1,6 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno altri 370 milioni di euro per vini e spumanti. Per un totale che supera i 2 miliardi di euro.
Secondo l’indagine della Cia gli italiani distribuiranno nel seguente modo le spese per allestire i pranzi di Pasqua e Pasquetta dove trionferanno i prodotti tipici: 280 milioni di euro per pane, paste e dolci; 370 milioni di euro per i formaggi; 470 milioni di euro per salumi, insaccati, agnelli e carni; 230 milioni di euro per ortofrutticoli (in particolare carciofi, asparagi, radicchio) e per i legumi; 260 milioni di euro per l’olio d’oliva. Da non dimenticare, poi, le uova di cui durante questa settimana santa se ne consumeranno più di 370 milioni, soprattutto per preparare i classici dolci pasquali, per una spesa complessiva che si aggira attorno ai 60 milioni di euro. Si delinea un trend, anche per le festività di Pasqua, nella scelta delle produzioni tipiche e di qualità, patrimonio economico e culturale dell’agricoltura italiana.
Basti pensare che i prodotti a denominazione di origine, rispettivamente Dop e Igp di cui l’Italia vanta il primato in Europa con 155 prodotti, hanno un giro di affari di 9 miliardi di euro, pari al 10 per cento della produzione lorda vendibile agricola nazionale e danno lavoro, tra attività dirette e indotto, a più di 300 mila persone.
Una popolazione sempre più attenta alla scelta alimentare, soprattutto nei giorni festivi, dove c’è propensione a spendere per avere qualità, tipicità e ritorno alla tradizione.
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14/04/2006
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