10 marzo 2006: Diamo voce alla pace
| 24 ore per uninformazione e comunicazione di pace.
Giornata Nazionale promossa da Tavola della Pace, Coordinamento nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Federazione Nazionale Stampa Italiana, UsigRai ed a cui hanno aderito oltre 150 organismi, movimenti, associazioni, tra cui S.O.S. MISSIONARIO
Un giorno per
1. denunciare la falsa idea della pace che spesso viene alimentata dai media;
2. denunciare l’assenza di una vera informazione sui problemi della pace e su chi opera per la pace nel mondo;
3. mettere al centro del confronto elettorale i problemi della pace e dell’informazione;
4. denunciare il grave stato dell’informazione in Italia;
5. difendere e rafforzare il ruolo di servizio pubblico della Rai;
6. promuovere l’incontro e la collaborazione tra operatori dell’informazione, della comunicazione e operatori di pace;
7. riflettere sulle responsabilità dei mezzi di comunicazione per la diffusione della cultura di pace.
Una politica di pace non sarà possibile senza un’informazione di pace.
PACE e INFORMAZIONE sono due beni fondamentali a rischio. Da sempre, la guerra come il terrorismo si nutrono di un’informazione faziosa, falsa e parziale. Allo stesso tempo, ogni volta che si nasconde o si rovescia la verità, che si oscura una manifestazione o un progetto di pace, che si privilegiano gli interessi di una parte anziché il bene comune si compie un grave attentato alla pace e alla possibilità di costruirla.
Eppure spesso i mezzi d’informazione –e purtroppo lo stesso servizio pubblico radiotelevisivo- diffondono una falsa idea della pace che viene associata a rinuncia, rassegnazione, impotenza; i grandi problemi dell’umanità e del mondo vengono per lo più ignorati sino a quando esplodono nelle forme peggiori; la narrazione della guerra e delle guerre è troppo spesso frutto di palesi manipolazioni; la parola viene concessa solo ad un manipolo di cosiddetti esperti o politici ed è sistematicamente negata agli operatori di pace; i loro appelli e le loro iniziative vengono sottaciute, nascoste, minimizzate o avvolte in un innocuo buonismo.
La pace si nutre invece di un’informazione e di una comunicazione libera, attenta al bene comune, vicina ai diritti e bisogni della persona e rispettosa della sua dignità così come una libera informazione può crescere solo nella pace.
Per queste ragioni, in sintonia con le continue esortazioni del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, abbiamo promosso il 10 marzo 2006, una giornata nazionale per un’informazione e comunicazione di pace. Vogliamo denunciare la gravità della situazione e allo stesso tempo invitiamo tutti i cittadini, i giornalisti, gli organi d’informazione, le organizzazioni della società civile, le scuole e gli Enti Locali a prendere coscienza di questo problema. E’ urgente un cambio di mentalità e una più ampia assunzione di responsabilità. Sono in gioco i nostri fondamentali diritti.
La promozione di un’informazione e una comunicazione di pace, lo sviluppo di un ruolo positivo dei media nella costruzione di una cultura e politica di pace dell’Italia è responsabilità di tutti e di ciascuno.
A tutti gli organi dell’informazione e della comunicazione, pubblici, privati e indipendenti, chiediamo di dare voce alla pace. Non c’è bene più grande da promuovere e da difendere insieme.
Un giorno per
1. denunciare la falsa idea della pace che spesso viene alimentata dai media;
2. denunciare l’assenza di una vera informazione sui problemi della pace e su chi opera per la pace nel mondo;
3. mettere al centro del confronto elettorale i problemi della pace e dell’informazione;
4. denunciare il grave stato dell’informazione in Italia;
5. difendere e rafforzare il ruolo di servizio pubblico della Rai;
6. promuovere l’incontro e la collaborazione tra operatori dell’informazione, della comunicazione e operatori di pace;
7. riflettere sulle responsabilità dei mezzi di comunicazione per la diffusione della cultura di pace.
Una politica di pace non sarà possibile senza un’informazione di pace.
PACE e INFORMAZIONE sono due beni fondamentali a rischio. Da sempre, la guerra come il terrorismo si nutrono di un’informazione faziosa, falsa e parziale. Allo stesso tempo, ogni volta che si nasconde o si rovescia la verità, che si oscura una manifestazione o un progetto di pace, che si privilegiano gli interessi di una parte anziché il bene comune si compie un grave attentato alla pace e alla possibilità di costruirla.
Eppure spesso i mezzi d’informazione –e purtroppo lo stesso servizio pubblico radiotelevisivo- diffondono una falsa idea della pace che viene associata a rinuncia, rassegnazione, impotenza; i grandi problemi dell’umanità e del mondo vengono per lo più ignorati sino a quando esplodono nelle forme peggiori; la narrazione della guerra e delle guerre è troppo spesso frutto di palesi manipolazioni; la parola viene concessa solo ad un manipolo di cosiddetti esperti o politici ed è sistematicamente negata agli operatori di pace; i loro appelli e le loro iniziative vengono sottaciute, nascoste, minimizzate o avvolte in un innocuo buonismo.
La pace si nutre invece di un’informazione e di una comunicazione libera, attenta al bene comune, vicina ai diritti e bisogni della persona e rispettosa della sua dignità così come una libera informazione può crescere solo nella pace.
Per queste ragioni, in sintonia con le continue esortazioni del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, abbiamo promosso il 10 marzo 2006, una giornata nazionale per un’informazione e comunicazione di pace. Vogliamo denunciare la gravità della situazione e allo stesso tempo invitiamo tutti i cittadini, i giornalisti, gli organi d’informazione, le organizzazioni della società civile, le scuole e gli Enti Locali a prendere coscienza di questo problema. E’ urgente un cambio di mentalità e una più ampia assunzione di responsabilità. Sono in gioco i nostri fondamentali diritti.
La promozione di un’informazione e una comunicazione di pace, lo sviluppo di un ruolo positivo dei media nella costruzione di una cultura e politica di pace dell’Italia è responsabilità di tutti e di ciascuno.
A tutti gli organi dell’informazione e della comunicazione, pubblici, privati e indipendenti, chiediamo di dare voce alla pace. Non c’è bene più grande da promuovere e da difendere insieme.
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09/03/2006
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