Come Giovanna DArco
| L8 marzo, in ricordo di una triste giornata datata 1908
di Luigina Pezzoli
New York, era il lontano 1908 quando circa 129 operaie morirono in un incendio scaturito nell’industria tessile Cotton. Questo gruppo di donne da alcuni giorni avevano iniziato a scioperare a causa delle precarie condizioni nelle quali si trovavano a lavorare quotidianamente. Fu così che Mr. Johnson, proprietario della fabbrica, temendo che altre azioni di sciopero e manifestazioni continuassero decise di chiudere all’interno dello stabilimento le donne affinché non potessero uscire. L’8 marzo tutte quelle donne non videro più la luce del sole a causa delle fiamme che avvolsero i loro corpi proprio come accade all'alba del 30 maggio 1431 a Giovanna D’Arco, Pulzella d'Orlèans.
Tra le vittime vi erano donne immigrate e molte italiane che attraverso il duro lavoro cercavano di migliorare le loro condizioni di vita e mantenere la loro famiglia.Da quel momento l’8 marzo divenne una data riconosciuta a livello internazionale in ricordo delle ingiustizie e delle crudeltà subite nel corso degli anni da parte delle donne, nonché il riscatto per una condizione di vita migliore e la conquista della parità sociale rispetto all’uomo.
La scelta della mimosa come simbolo dell’8 marzo è stata fatta in Italia, esattamente nel 1946 quando l’Unione Donne Italiane stava realizzando i festeggiamenti e si cercava un fiore che potesse rappresentare questa Giornata mondiale al femminile. Venne scelta la mimosa in quanto è un fiore economico e che fiorisce proprio nel periodo durante il quale ricorre la festa.
Purtroppo con il passare degli anni la celebrazione della festa delle donne perde il vero significato che la caratterizzava per divenire sempre più frivola. Credo sia molto importante tornare a ricordare l’origine di questa festa e dedicare un pensiero a tutte quelle donne che ancora oggi si trovano a vivere in una situazione di sottomissione e di disagio.
In tal proposito mi viene in mente una frase di Mohandas Karamchand Gandhi: “È una calunnia parlare di sesso debole a proposito di una donna.”
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07/03/2006
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