Otto marzo: lagricoltura e sempre più rosa
Ascoli Piceno | Unimpresa su tre e diretta da una donna. Giacinti: puntiamo su innovazione e multifunzionalità.
L’agricoltura si tinge sempre più di rosa. Un’impresa marchigiana su tre è oggi diretta da una donna, segno di una crescente “femminilizzazione” del settore primario all’insegna dell’innovazione, della multifunzionalità e del rispetto per l’ambiente.
Basti pensare che negli anni Settanta erano appena 32 le donne titolari di un’azienda. Poi, nel ’90, il boom e la costante crescita.
“In agricoltura operano oggi circa 11.600 aziende ‘rosa’ – conferma la delegata regionale di Donne Impresa Coldiretti, Giuliana Giacinti, in occasione della ricorrenza dell’otto marzo – e ciò rappresenta un patrimonio importante. La caratteristica principale delle aziende al femminile è quella di essere molto attente all’innovazione, alla multifunzionalità e all’ambiente, con una predilezione per il biologico e l’agriturismo”.
Diversi i casi rappresentativi di imprenditoria femminile d’eccellenza presenti nella regione. Basti pensare agli agriturismi “Calamello” di Pergola, di Fiorenza Cavallini, e “Le Grazie” di Magliano di Tenna, condotto da Anna Maria Ignazi, la quale produce anche olio biologico.
Olio bio anche per la giovane Elena Vitaioli, imprenditrice di Fossombrone, mentre nel Maceratese operano Anna Cappelli, che coltiva olivo e cereali e alleva ovini, e Franca Frascarelli, presidente della Cooperativa La Marca, produttrice di pasta Amica, la prima pasta di grano marchigiano certificato.
A San Ginesio continua anche l’avventura di Arianna Barchetta, con i suoi suini al pascolo e mille progetti in cantiere.
In provincia di Ancona vanno segnalate Rita Angelucci, che alleva Alpaca da cui ricava la lana per maglioni fatti a mano e sta per aprire un agriturismo, e Mirta Manizza, produttrice di olio extravergine di oliva.
Ma l’agricoltura rappresenta anche la scelta principale per le donne imprenditrici. Il settore primario si conferma, infatti, leader delle aziende rosa, con il 31% del totale. Un dato che si giustifica con la particolare condizione delle imprenditrici agricole, secondo quanto emerso da una recente ricerca di Donne Impresa Coldiretti presso le proprie associate.
“Nonostante gli impegni, chi opera in agricoltura riesce a dedicare un tempo adeguato ai figli e di non incontrare difficoltà nel conciliare i propri tempi con gli orari dei servizi, dei negozi e degli uffici – spiega la Giacinti -. Merito dei margini di flessibilità degli impegni agricoli in campagna, che permettono di conciliare meglio i tempi di vita, grazie anche a un ambiente più sano e meno stressante rispetto alle grandi città”.
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07/03/2006
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Betto Liberati