Belligoni:"Da aprile il TRIAGE aperto 24 ore al giorno"
San Benedetto del Tronto | A breve verrà presentato il progetto di ristrutturazione dell'intero livello "-2". Tra le novità una "Day Surgery" decentralizzata e una sezione di Radiologia per il Pronto Soccorso.
di Carmine Rozzi

Il Dott. Maurizio Belligoni
L’Ospedale Madonna del Soccorso è una realtà sanitaria con il più alto carico d’accessi-interventi delle Marche (50 mila annue), secondo solo a quello d’Ancona. Negli anni le degenze sono aumentate in modo esponenziale e il Pronto Soccorso, specie nel periodo estivo, è soggetto a sollecitazioni di stress spaventose.
Questo ha innescato una serie di polemiche e di rimostranze per le lunghe ore d’attesa (in certi casi si va dalle otto alle dieci ore)e per la struttura stessa dell’Ospedale dislocato su tanti piani diversi per cui, una serie d’esami con base di partenza il reparto “-2”, diventa il “Cammino della speranza”. Ultima osservazione, in ordine di tempo ma non certo d’importanza, il fatto che lo stesso reparto si trova dislocato su una rete fognaria con tanto di tombini disseminati all’interno della stessa struttura.
A questo ed ad altre domande risponde di buon grado il Dott. Maurizio Belligoni, Direttore della “Zona Territoriale 12” che alcuni danno già in odore di promozione quando scadrà il suo mandato alla fine del 2006.
Dottore, il problema dell’esistenza di una rete fognaria sotto il reparto “-2” ha dato motivo a diverse polemiche nel corso degli anni....
L’Ospedale è stato costruito a fianco di un torrente e fin sotto il livello del medesimo. C’è stato negli anni addietro un problema d’esondazione dei liquami che in seguito, grazie ad una regolare e periodica manutenzione, non si è più ripetuta. La questione principale forse è un’altra. E’ stata avanzata l’idea di voler trasferire l’intero reparto in altra sede dell’Ospedale. Questo prevede un investimento che oggettivamente noi non disponiamo. Per cui la scelta non si pone o meglio è quella tra il non fare niente o approfittare di questa somma messa a disposizione dalla Regione che però ci da solo la possibilità finanziaria che basta per ristrutturare il livello “-2” ripensando un diverso modo di utilizzare gli spazi già esistenti.
A che punto siamo con l’iter?
Il progetto può dirsi ormai pronto e se saranno concessi i finanziamenti si procederà alla gara d’appalto che avrà una durata di circa quattro cinque mesi. E’ difficile quantificare al momento la durata dei lavori anche perché essi dovranno essere programmati in via settoriale poiché non possiamo bloccare l’intero reparto e tanto meno lo stesso Pronto Soccorso.
Può anticipare qualche novità della ristrutturazione?
Il Pronto Intervento avrà un reparto di radiologia annesso quindi si procederà all’estensione dell’attività del “triage” (individuazione dei codici)aperto 24 ore su 24. Ho illustrato un programma che dovrà essere portato al vaglio ma sono ottimista nell’indicare il 1 Aprile come data d’inizio.
I “codici bianchi”. Sono per la maggior parte casi curabili all’esterno del reparto che appesantiscono inutilmente il carico del Pronto Soccorso?
La legge e l’etica sanitaria non prevedono di “rifiutare” una persona che si reca al Pronto Soccorso solo perché giudicata non abbastanza grave. Occorre invece individuare una sala d’attesa corretta per i “codici bianchi” dove chi si trova ad aspettare sa che gli astanti saranno chiamati in base al numero di fila e non in base all’urgenza. Un po’ come dal medico condotto. Inoltre, come già fatto l’anno scorso, al fine di alleggerire il carico del Pronto Soccorso saranno assunti dei medici per gli interventi da “codice bianco”.
La chiusura degli Ospedali di Montefiore e Ripatransone, anche se avvenute molti anni fa, ha contribuito ad accrescere il carico del nostro Ospedale?
Il fatto non ha influito più di tanto sul carico del nostro Ospedale Civile. Queste piccole realtà sanitarie locali sono state chiuse perché ci si rese conto che si era voluto prioritare la disponibilità di posti letto a scapito della qualità. Non siamo andati in crisi per quello ma perché abbiamo dei meccanismi organizzativi interni da migliorare. La Chirurgia d’Urgenza dovrebbe darci una mano in tal senso badando a stabilizzare le condizioni patologiche per poi decidere con calma quale sarà la destinazione: se degenza o dimissione.
Quali sono i parametri da rivedere al più presto?
Ad esempio i rapporti tra unità di degenza e Pronto Soccorso, quelli con i medici di base, la chiarezza sulla destinazione di un certo tipo di patologia. Sapere esattamente ed indirizzare con prontezza le degenze verso i reparti a loro assegnati. Insomma dobbiamo cercare in qualche modo di fare “prevenzione” anche nell’assegnare il più tempestivamente possibile le degenze e gli interventi di ricovero. La prossima creazione di una “Day Surgery” (ricovero giornaliero) decentralizzata, con posti letti disponibili solo per quell’evenienza e non frammisti agli altri così da non essere utilizzati dagli altri reparti, contribuirà non poco allo snellimento delle procedure ospedaliere di ricovero prolungato e limitato.
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20/03/2006
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