A Tipicità 2006 larcheologia del vino
Fermo | Verranno presentate a Tipicità le due nuove qualità del vino ottenuto da vitigno autoctono
Si rinnova il progetto Colli, che ha portato alla rinascita di un prestigioso vino delle Marche: la Vernaccia “ferma”. Il vino prodotto dall’azienda Colli di Serrapetrona e ottenuto da vitigno autoctono Vernaccia Nera, si arricchisce infatti di due nuove qualità: il Sommo e il rosato Serrarosa, che si aggiungono ai già conosciuti e apprezzati Doc Collequanto e Robbione (vincitore del primo premio a Cibaria 2005), e alla grappa Vaghe Stelle.
Vetrina d’eccellenza per la nuova linea Colli di Serrapetrona sarà la 14a edizione di Tipicità 2006, Festival dei prodotti tipici delle Marche in programma a Fermo dal 18 al 20 marzo, che proporrà una completa panoramica delle specialità della regione. Piena sintonia tra la filosofia Colli e il Festival, che valorizza proprio i prodotti autoctoni: la Vernaccia “ferma” di Serrapetrona trasmette infatti il massimo della tipicità, esprimendo la perfetta simbiosi tra territorio e vitigno.
Le proposte Colli nascono dal desiderio di creare nuove qualità che sappiano restituire le infinite sfumature di un territorio: “Produrre un vino ottenuto da vitigno autoctono vuol dire anche saper cogliere le diverse sembianze che un territorio può assumere – sottolinea l’enologo Federico Giotto -, per questo i quattro vini Colli sono come le quattro espressioni di uno stesso viso: spontaneo il Collequanto, saggio il Robbione, riflessivo il Sommo e fresco il Serrarosa”.
Il progetto Colli si è realizzato nel settembre 2005 con l’inaugurazione della cantina di Serrapetrona. L’intenzione era quella di produrre un vino che esprimesse valorizzazione del territorio e recupero della tradizione tramite la rivalutazione di un vitigno tutto marchigiano. Un vino capace di raccontare in modo unico e insostituibile la propria terra con la sua storia, i suoi profumi, il suo clima, i suoi uomini, le sue suggestioni. Un’intenzione trasformata in un progetto di “archeologia del vino” grazie ad una scoperta: quattro anni fa, infatti, Federico Giotto scova nella biblioteca storica del Barone Spitaleri di Muglia un annuario del 1893, dove la Vernaccia ferma viene identificata come “miglior vitigno a bacca rossa delle Marche”.
Da qui la vera e propria fase di studio sui vitigni e di lavorazione delle uve, condotta insieme con diversi collaboratori che operano in ambito internazionale, per riportare alla vita un vitigno autoctono delle Marche nel cuore delle colline del Maceratese e salvaguardare così il valore della tipicità e della unicità di un territorio. Il risultato è una elegante Vernaccia identica solo a se stessa e piacevolmente diversa dalla tipologia solitamente “spumantizzata”: un vino di grandi profumi, in cui gli aromi primari si fondono perfettamente con le sensazioni minerali caratteristiche di un territorio incontaminato. Tipicità che trovano i più grandi estimatori tra coloro che ricercano la sincerità di un luogo e di un vitigno, in controtendenza alla dilagante massificazione del gusto.
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16/03/2006
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Betto Liberati