Bilancio di genere: lesperienza della Regione Marche in un convegno ad Ancona
| ANCONA - Regione Marche è stata la prima a cimentarsi in unesperienza di analisi di genere del proprio bilancio consuntivo 2004
Il “Bilancio di genere” è una novità assoluta che parte dalla volontà di valutare i bilanci delle pubbliche amministrazioni sulla base dei problemi delle donne. Un tema che è stato affrontato questa mattina ad Ancona, nella sede del Rettorato dell’Università Politecnica delle Marche, nel corso del seminario dal titolo “Il Bilancio di genere della Regione Marche” a cui hanno partecipato l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Loredana Pistelli, e l’assessore regionale al Bilancio, Pietro Marcolini.
Si è cercato, in particolare, di verificare quale fosse stata la capacità delle strutture regionali di tradurre in progetti e, dunque, in impegno di spesa la scelta di privilegiare le richieste femminili in vista del riequilibrio del sistema sociale produttivo regionale ed è emersa la necessità della presa di coscienza da parte degli organi decisionali regionali di assicurare condizioni paritarie di azione economica e sociale alle donne.
Secondo Pistelli il bilancio regionale non è ancora impostato nell’ottica delle esigenze femminili; la prospettiva di genere è invece fondamentale per lo sviluppo socio-economico e le pari opportunità. Per l’assessore Pistelli si tratta di un’operazione costosa che comporta un impegno maggiore ma servono scelte coraggiose e il bilancio di genere sarà la carta vincente per una società più giusta.
Per l’assessore Marcolini, il bilancio di genere non muove ancora i primi passi ma si è comunque entrati nell’ottica dell’intervento; quando si parla di riequilibrio di bilancio, bisogna guardare alle risorse e sicuramente il problema di una programmazione “formalmente” poco attenta all’ambito femminile potrebbe dipendere dalla necessità di fare bilanci in situazione di sempre maggiore ristrettezza.
Secondo Marcolini si sta comunque diffondendo la consapevolezza che è necessario dare conto delle differenze di genere che caratterizzano le Marche e questo seminario vuole essere un segnale che le cose stanno cambiando all’interno di un processo di evoluzione promosso dall’Unione Europea. Concretamente, sempre per Marcolini, le politiche di genere sono incluse tra i sette macroobiettivi della politica regionale per il 2006, e sono inserite nei tavoli di concertazione per la nuova programmazione delle risorse comunitarie, negli Accordi di programma quadro regionali, nei Comitati di sorveglianza FSE, FEOGA, FERS, nella riprogrammazione delle nuove Arstel (Agende regionali sviluppo territoriale locale) e nel Patto per lo Sviluppo.
Si è cercato, in particolare, di verificare quale fosse stata la capacità delle strutture regionali di tradurre in progetti e, dunque, in impegno di spesa la scelta di privilegiare le richieste femminili in vista del riequilibrio del sistema sociale produttivo regionale ed è emersa la necessità della presa di coscienza da parte degli organi decisionali regionali di assicurare condizioni paritarie di azione economica e sociale alle donne.
Secondo Pistelli il bilancio regionale non è ancora impostato nell’ottica delle esigenze femminili; la prospettiva di genere è invece fondamentale per lo sviluppo socio-economico e le pari opportunità. Per l’assessore Pistelli si tratta di un’operazione costosa che comporta un impegno maggiore ma servono scelte coraggiose e il bilancio di genere sarà la carta vincente per una società più giusta.
Per l’assessore Marcolini, il bilancio di genere non muove ancora i primi passi ma si è comunque entrati nell’ottica dell’intervento; quando si parla di riequilibrio di bilancio, bisogna guardare alle risorse e sicuramente il problema di una programmazione “formalmente” poco attenta all’ambito femminile potrebbe dipendere dalla necessità di fare bilanci in situazione di sempre maggiore ristrettezza.
Secondo Marcolini si sta comunque diffondendo la consapevolezza che è necessario dare conto delle differenze di genere che caratterizzano le Marche e questo seminario vuole essere un segnale che le cose stanno cambiando all’interno di un processo di evoluzione promosso dall’Unione Europea. Concretamente, sempre per Marcolini, le politiche di genere sono incluse tra i sette macroobiettivi della politica regionale per il 2006, e sono inserite nei tavoli di concertazione per la nuova programmazione delle risorse comunitarie, negli Accordi di programma quadro regionali, nei Comitati di sorveglianza FSE, FEOGA, FERS, nella riprogrammazione delle nuove Arstel (Agende regionali sviluppo territoriale locale) e nel Patto per lo Sviluppo.
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15/03/2006
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