Tutti sembrano d'accordo, nel mondo occidentale, sul fatto che non bisogna dipendere mai da nessuno. Non farsi influenzare dagli altri, pensarla con la propria testa, farcela da soli, cercare di non chiedere aiuto in nessun caso, non far vedere il proprio bisogno, non fare mai il primo passo. E questo desiderio trasuda dalle pagine dei grandi settimanali a colori, nella pubblicità, che coglie il desiderio di non omologazione che c'è in una società e in una vita che omologa tutti, e che invita a isolarsi, ad essere unici, a sentirsi unici, a trasgredire per essere, ma sempre come se solo noi, solo io possa davvero avere accesso a questo segreto. È uno dei motivi per cui è sempre più difficile accettare e accettarsi nell'età anziana. Perché da vecchi le cose si mostrano di più per quello che sono e da vecchi si dipende da altri in maniera evidente. È un pararadosso. La nostra società si fonda sul non dipendere anche se poi la dipendenza, l'omologazione, è spinta al punto tale che diventa come l'aria che si respira e non si sa più riconoscere.

Per questo l'Azione cattolica ha pensato di incontrare Cesare Guerreschi, psicologo e psicoterapeuta esperto sulle nuove dipendenze, fondatore e presidente della S.I.I.Pa.C., fondatore della comunità terapeutica per il Gioco d'azzardo Patologico. Guerreschi è stato più volte intervistato sia in TV che alla radio e per riviste molto note, è autore del libro “New addictions. Le nuove dipendenze”. Un libro che porta alla luce un pezzo di coscienza, i dati, i nomi, i meccanismi con cui le nuove dipendenze si fanno strada proprio in un mondo che convince ognuno di essere immune da ogni tipo di dipendenza. Parleremo quindi delle “new addictions” termine che comprende tutte quelle forme di dipendenza comportamentale in cui non è implicato l'intervento di alcuna sostanza chimica, cioè dipendenza da: internet, lavoro, sesso, affettività, cellulare, shopping compulsivo.

L'incontro si svolgerà venerdi 10 febbraio alle ore 21,15 presso il teatro Calabresi di San Benedetto del Tronto con la presenza del nostro vescovo mons. Gervasio Gestori e, visto il tema, interessarà tutti coloro che si occupano dell'educazione giovanile, come insegnanti e volontari di comunità, psicologi, educatori, catechisti, sociologi, per saper riconoscere i sintomi di queste nuove dipendenze e sapere così aiutare e consigliare chi ne soffre.

Al termine dell'incontro verrà rilasciato, a chi ne farà richiesta, un attestato di partecipazione..