"Rossi giustifica le foibe"
Ascoli Piceno | Brugni : "Appare assurdo a quale punto è riuscita ad arrivare l'Amministrazione provinciale questa volta, tentando addirittura di giustificare quella "pulizia etnica".
di Massimiliano Brugni*
E' difficile trovare un aggettivo per classificare il modo in cui la Provincia di Ascoli Piceno omaggerà il 10 febbraio giorno del ricordo in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, istituita con Legge dello stato 30 Marzo 2004 nr.92.
Dall'analisi degli eventi si evince una volontà strisciante di voler trovare una "giustificazione" alla pulizia etnica compiuta dai titini jugoslavi attraverso le loro milizie comuniste nei confronti degli italiani delle terre istriane.
Nella brochure esplicativa degli eventi si pretende di giustificare, che gli incontri proposti intendono fornire" una maggiore conoscenza della storia del Confine Orientale mettendo in evidenza il contesto storico nel quale esplose la spirale di violenza, in gran parte messa in atto dalla politica di occupazione italiana.
Questa mancanza di identificazione nei confronti dei criminali di guerra(riferito agli italiani) ha contribuito ad alimentare lo stereotipo dell'italiano sempre vittima e mai carnefice, mettendo il ruolo del fascismo nelle guerre di espansione". Tra l'altro nel vari appuntamenti si presenterà il libro " Italiani senza onore" ( chiaro riferimento infamante per questa giornata ) .
Appare assurdo a quale punto è riuscita ad arrivare l'Amministrazione provinciale questa volta, tentando addirittura di giustificare quella "pulizia etnica" con l'aggressione italiana, sappiamo da quale ideologia è animato ed ispirato il Presidente Rossi ma avremmo sperato che questa occasione sarebbe stata buona per prendere le distanze da quel comunismo che terrore e morte ha portato in tutto il mondo ed anche nella nostra nazione.
Vorrei ricordare, a dovere, le parole del Presidente della Repubblica Ciampi che ha da sempre auspicato una profonda opera di recupero della memoria storica italiana per addivenire ad una effettiva unità ed identità condivisa e per ricostruire una dimensione autenticamente unitaria della nostra storia patria , partendo dall'esigenza di ricordare il doloroso distacco dalle terre tradizionalmente, storicamente e geograficamente italiane dell'Istria e della Dalmazia.
Tra le pagine di storia italiana fino ad oggi meno conosciute,infatti, c'è proprio quella relativa al sacrificio supportato dalle popolazioni giuliane, istriane e dalmate a lasciare forzatamente le loro terre d'origine, italiane da sempre. Furono infatti più di 350.000 gli italiani costretti, dal regime comunista jugoslavo, a lasciare il proprio suolo natale, i luoghi di vita, di memoria e di pietà, senza portare con sè nulla. Furono diverse decine di migliaia gli italiani delle terre istriane, giuliane e dalmate vittime della feroce "pulizia etnica" tanto cara agli stessi slavi che hanno perpetuato negli anni anche in Kosovo, in Serbia, animati sempre da quella ideologia dell'odio.
I corpi degli italiani vittime di quella tragedia furono gettati per essere occultati, nelle cavità carsiche (foibe) dove ancora oggi in gran numero giacciono, e proprio alle vittime di questo triste esodo e di questo spietato genocidio i governi del dopoguerra non riuscirono a garantire nè diritti, nè alcun genere di risarcimento morale o economico.
Una giornata quella della memoria dedicata, quindi, al ricordo di quanti morirono in quella tristissima pagina della storia patria, ed è bene ricordare che tra di essi vi erano donne, uomini di qualsiasi estrazione (molti di essi nulla avevano a che fare con il fascismo) ed anche numerosissimi partigiani uniti dall'unica colpa di avere la loro patria, l'Italia nel cuore e non vollero sottomettersi alla volontà annessionistica degli slavi titini di tutti quei territori da sempre italiani.
Chiara mancanza di rispetto un simile teorema giustificatorio, è come se ricordando lo Shoa nella Germania si facciano manifestazioni cercando di giustificare che la colpa era degli ebrei stessi, perchè avevano in mano l'economia o magari avevano il naso aquilino.
Purtroppo anche questi fatti spingono ad analizzare che chi governa la nostra Provincia è sempre animato da un ideologia dell'odio e lo dimostra anche in questa occasione, ci ha reso il ricordo di questa giornata triste e doloroso, volendo ancora una volta dividere, ricreando quei muri che da tempo sono caduti. Organizzeremo per sabato 11 febbraio alle ore 09.30 fuori dall'auditorium di San Benedetto, dove si svolgerà l'ultima manifestazione provinciale, un sit.in tricolore, silenzioso di protesta verso l'operato del Presidente Rossii.
* Cons.le Prov.le AN - Presidente Prov.le Azione Giovani
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08/02/2006
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