Il grande problema delle mense scolastiche
Ascoli Piceno | Linterpellanza dei capi gruppo di centro sinistra al consiglio comunale di Ascoli Piceno
I sottoscritti consiglieri comunali di centro sinistra inoltrano la presente interpellanza, con richiesta di risposta scritta ed orale da fornire nel prossimo Consiglio Comunale.
Premesso che,
con determina n. 1037 del 15/07/2005 si ravvisava la necessità di garantire il servizio di ristorazione scolastica fin dall’inizio del prossimo anno scolastico 2005/2006 e si procedeva all’indizione di una gara di appalto mediante pubblico incanto a durata quinquennale dal 1/11/2005 al 31/7/2010;
con il suddetto atto venne indetta apposita gara di appalto nella forma di pubblico incanto per garantire il servizio di refezione negli asili nido comunali, scuole materne ed elementari a tempo pieno e prolungato ubicate nel territorio comunale, nonché presso la Casa Albergo “ Ferrucci “ e Centro diurno disabili “ Il Colibrì “, nel rispetto della procedura di cui alla legge n. 157/95;
il bando di gara è stato emanato con protocollo n. 44781 (o 44181) del 29 luglio 2005, con scadenza 19 settembre 2005;
l’appalto aveva per oggetto l’approvvigionamento di alimenti per la preparazione dei pasti giornalieri da somministrare a bambini frequentanti gli asili nido e scuole materne ed elementari della città, nonché la fornitura di nn. 21 unità di personale part-time di cui nn. 3 cuoche da destinare presso i tre asili nido comunali e nn. 18 OSA che saranno addetti allo sporzionamento dei pasti e alla pulizia dei refettori;
contestualmente si garantiva la presenza di personale dipendente comunale (nn. 17 unità con profilo professionale e nn. 20 OSA), con sostituzione tempestiva di esso in caso di necessità da parte della ditta aggiudicataria, fino ad un massimo di 500 ore annue, con compenso aggiuntivo se si supera tale tetto;
che l’aggiudicazione è stata effettuata con il criterio previsto dall’art. 23, comma 1, lettera b) del D. Lgs. 17/03/1995 n. 157 ( offerta economicamente più vantaggiosa);
il prezzo a base d’asta è stato fissato in euro 3,20 più IVA, per pasto unitario;
il valore presunto dell’appalto è pari a € 4.160.000,00 oltre I.V.A.; ( 3,20 x 260.000 x 5 );
che nel capitolato speciale del servizio di ristorazione scolastica veniva stabilito tra i criteri di aggiudicazione, degli elementi di valutazione con i relativi punteggi, tra questi 70 punti su 100 solo per l’offerta economica;
si è stabilito inoltre che saranno considerati anomali ribassi alla soglia del 7%;
con determinazione n. 1133 del 2 agosto 2005 il dirigente ha deciso che l’appalto in argomento, pur superando la soglia di rilevanza comunitaria, doveva essere escluso dall’applicazione integrale della normativa prevista dal D.L.vo 157/1995 e s.m.i., in quanto rientrava tra i servizi di cui all’allegato 2 (Servizi alberghieri e di ristorazione, CPC 64) del citato D. L.vo 157/1995 (riferimento: articolo 3, comma 2 – D.L.vo 157/1995);
la determinazione n. 1229 del 6/9/2005, integrava il disciplinare di gara approvato con determinazione dirigenziale (in corso di gara) n. 1037/2005, con i menu estivi ed invernali delle scuole materne ed elementari, e con le relative tabelle dietetiche, visto che per mero errore di trascrizione, non erano stati inseriti nel disciplinare di gara;
con determina 1304 del 22 settembre 2005 veniva nominata la commissione giudicatrice come di competenza;
con determina n. 1492 del 28 ottobre 2005 si affidava il servizio di ristorazione scolastica per il periodo 1 novembre 2005 - 31 luglio 2010 alla ATI CAMST-IL PICCHIO di Villanova di Castenaso (BO) , risultata prima in graduatoria con il punteggio di 85,50, avendo presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa con un prezzo unitario per ogni singolo pasto pari ad euro 2,735 oltre IVA; al netto del ribasso offerto del 14,50% sul prezzo a base d’asta;
con determina n. 2018 del 29 dicembre 2005 si revocava, appena dopo soli due mesi, l’affidamento alla CAMST in quanto la stessa avrebbe avanzato pretese economiche riferite a servizi complementari ritenuti aggiuntivi e non ricompresi nell’oggetto dell’appalto espletato. Con nota prot. 67435 del 28 novembre 2005 (a soli 30 giorni dall’aggiudicazione), il Comune notificava alla CAMST dell’avvio del procedimento di revoca del servizio, ai sensi dell’articolo 7 del bando di gara;
con determina n. 2031 del 29/12/2005 si è proceduto all’aggiudicazione del servizio alla ditta 2^ in graduatoria (con punteggio 60,04), la ditta CIMAS Srl di Urbania (PU), che ha cominciato ad operare in data 9 gennaio 2006. In base a dichiarazioni dell’assessore Silvestri la CAMST ha presentato ricorso al TAR Marche avverso la notifica di revoca dell’appalto in questione. Allo stato, comunque, vengono segnalati disservizi (pasti freddi, porzioni insufficienti, mancanza di personale).
Considerato che in concomitanza dell’inizio del servizio di ristorazione sono avvenuti dei trasferimenti del personale dipendente comunale che dalle cucine e dagli annessi refettori sono passati in sede centrale e in uffici amministrativi senza nessun atto amministrativo di motivazioni né tantomeno criteri di selezione che non siano semplici scelte arbitrarie, e preso atto che viene confermata la presenza di 21 unità (di cui 3 cuoche) e nn. 18 OSA fornite dalla ditta aggiudicataria, si chiede di sapere:
1. Quanto personale, attualmente alle dipendenze dell’Amministrazione Comunale, opera nelle cucine e negli annessi refettori. Se il personale fornito dalla ditta aggiudicataria sarà utilizzato (oltre alle 500 ore annue) per sostituire surrettiziamente il personale comunale che è stato trasferimento dalle cucine agli uffici amministrativi, senza alcuna disposizione o atto di motivata e comprovata necessità, ovvero senza selezione.
2. Se, e come, è stata valutata l’offerta del ribasso d’asta del 14,50% presentata dalla CAMST, quando nel bando di gara veniva individuata, nella soglia del 7%, un ribasso considerato anomalo.
3. Se sono stati elaborati indirizzi da parte della giunta al dirigente per la predisposizione del bando di gara, che ha generato, successivamente, non poca confusione nell’interpretazione del capitolato, a scapito della qualità del servizio stesso. Considerato che la ditta aggiudicataria, svolge da anni il servizio di refezione scolastica in città, e non si sono registrati, in passato, simili inadempienze, problemi e disservizi.
4. Se la decisione di revoca dell’appalto, dopo le proteste dei genitori, è stata presa dopo un attento esame politico, ovvero se è stato trattato il problema in giunta e con quale esito.
5. Se, nel periodo settembre-dicembre 2005, si sono registrati nelle scuole, delle diminuzioni del numero di erogazioni di pasti, dovuti alla rinuncia dei genitori di usufruire della mensa scolastica, a causa del disservizio reso.
6. Perché non è stata coinvolta e interessata la Commissione consiliare competente nella predisposizione preventiva di tutto l’iter amministrativo di tale importante scelta strategica amministrativa.
7. Se si ritiene opportuno costituirsi in giudizio avverso il ricorso al TAR Marche della ricorrente ditta oggetto di revoca dell’appalto.
In attesa di un sollecito riscontro alla presente interpellanza, inviamo distinti saluti.-
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Brandimarti Giuseppe Catalucci Emidio
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Firmani Nazzareno Mascetti Roberto
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Regnicoli Marco Rocchi Giorgio
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16/02/2006
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