Piano della sosta
Ascoli Piceno | Lintervento al consiglio comunale aperto di Lucio Sestili, presidente di delegazione di Confcommercio.
Egregi signori Consiglieri, Amministratori ed Autorità presenti,
come già avvenuto nel Consiglio Comunale aperto del 22 settembre 2003 siamo ancora qui a parlare degli stessi problemi: il Piano della sosta.
Era accaduto anche il 23 marzo 1999 a conclusione di un acceso confronto con la Giunta Allevi, che sfociò in una fiaccolata con la partecipazione di molte persone oggi qui presenti.
Sembra che il tempo sia trascorso inutilmente, se consideriamo che la Confcommercio già nel 1986 aveva sottoposto alla Amministrazione comunale dell´epoca un documento per la viabilità e la sosta cittadina, consapevole che questo aspetto se mal programmato e gestito avrebbe creato notevoli danni al settore commerciale, come avvenuto analizzando i fatti.
Con l´attuale Giunta Celani ci siamo confrontati più volte a partire dalla assemblea pubblica svoltasi in Associazione il 26 novembre 2001, quando ci dichiarammo favorevoli all´acquisto dei parcheggi ed alla loro gestione da parte dell´Amministrazione stessa.
Assistemmo nei giorni successivi alla presa di posizione della minoranza che si dichiarò contraria a tale possibilità perché avrebbe indebitato il cittadino ascolano per almeno vent´anni.
Purtroppo oltre a rammaricarci per il trascorrere inutile del tempo, dobbiamo ugualmente sottolineare che la coerenza degli amministratori - di maggioranza o minoranza che siano - cambia a seconda del ruolo che ricoprono.
Nel frattempo la realtà commerciale cittadina si è modificata con l´insediamento di due grandi strutture commerciali - in un territorio che a mala pena ne sopporterebbe uno - e con la disoccupazione cresciuta contemporaneamente a livelli spaventosi.
In un contesto del genere, così degradato anche a causa della riduzione della capacità di spesa dei cittadini, la programmazione della sosta e della viabilità invece di essere uno strumento di riequilibrio territoriale aggrava gli squilibri esistenti, unitamente alle recente ordinanza sindacale che ha aumentato le aperture festive, in controtendenza rispetto a quanto fatto a Pesaro, per esempio.
(segue alla pagina successiva)
La vita commerciale delle imprese dura l´intera settimana e non solamente nei week-end; vogliamo dire che ben vengano le manifestazioni e gli eventi di sabato o di domenica -programmati per tempo e con un calendario coordinato - ma dal lunedì al venerdì i consumatori non devono essere allontanati dal centro.
Per non parlare delle difficoltà del servizio pubblico cittadino che ha perso utenze ed incassi nella tratta che arriva o passa proprio per il Centro Storico.
Che cosa continua a chiedere anche oggi la Confcommercio di Ascoli Piceno?
• che la città non diventi tutta zona blu,
• che nel centro si crei una unica zona mista ove possano parcheggiare cittadini e residenti,
• che la prima ora nei parcheggi di superficie abbia la stessa tariffa dei parcheggi coperti e che si effettui una riduzione generale delle tariffe,
• che lo sforamento orario non venga multato, ma siano applicati i criteri in vigore in altre città come già da noi proposto il 10 aprile 2003 e confortato dalle numerose sentenze del giudice di pace,
• che nel centro storico non sia ostacolata la mobilità dei mezzi pubblici e privati lungo le direttrici viarie Est-Ovest e Nord-Sud.
La Confcommercio è consapevole che queste richieste possano essere considerate minimali; eppure si riferiscono ad aspetti che nel tempo invece di essere risolti sono andati via via peggiorando, creando uno stato di scontento generale.
Se in tutti questi anni essi non sono state affrontati e risolti, cosa dire dei grandi temi!
Comunque, non vogliamo abbandonarci al pessimismo - non saremmo imprenditori - ma continuiamo invece a credere che Ascoli Piceno abbia bisogno di un progetto di grande respiro che sostenga la sua vocazione di città d´arte e di cultura.
Siamo stati i primi a credere nel futuro turistico di Ascoli, tanto da raccogliere l´interesse e l´adesione dei massimi rappresentanti amministrativi cittadini e provinciali per un progetto unitario: il turismo può e deve crescere insieme al settore commercio, artigianale ed industriale, in un quadro equilibrato di soddisfazione e benessere generale.
Ma prima che ciò avvenga - sappiamo che un progetto del genere richiede anni - bisogna che le aziende esistenti siano messe in condizione di sopravvivere e per questo motivo rivendichiamo con forza l´attenzione delle Amministrazioni pubbliche sul ruolo e sul futuro delle piccole imprese, le sole in grado di garantire l´equa ripartizione della ricchezza nel territorio.
A conclusione dell´intervento - che non poteva vedere la Confcommercio dire cose diverse da quanto da anni afferma e note ormai anche ai sordi - ci chiediamo perché nonostante le continue proteste di residenti, imprenditori, professionisti, si continua ancora a discutere senza che ad oggi sia stato presentato un progetto concreto.
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13/02/2006
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Betto Liberati