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Operai al gelo per la dignità: presidio ad oltranza dinanzi all’ingresso della Sgl Carbon

Ascoli Piceno | Non è solo un’azione dimostrativa i lavoratori non andranno via finché non saranno parte attiva nella discussione tra azienda e istituzioni. Sono all’oscuro di tutto e non hanno notizia di ciò che potrebbe accadere

di Federico Biondi

Dalle cinque di mattina di lunedì 5 dicembre gli operai della Sgl Carbon attuano un presidio dinanzi alla fabbrica per rendere noto alla cittadinanza ma anche per ricordare alla dirigenza aziendale e alle istituzioni l’urgenza di convocare nell’immediato il tavolo di concertazione per discutere sulle azione da intraprendere. Il presidio è stato organizzato dai lavoratori dell’azienda e la decisione è stata presa dopo la riunione del consiglio di fabbrica avvenuta nella giornata di sabato, dato che lo stabilimento della Sgl Carbon sta chiudendo senza tutele e garanzie per i dipendenti.
 
Ad oggi l’unica cosa sicura per i lavoratori della Sgl Carbon è l’apertura della procedura di mobilità, “si puoi ipotizzare forse la cassa integrazione o i benefici per l’amianto – dice il rappresentate dei lavoratori dell’azienda Claudio Stipa - ma di queste ipotesi non si ha certezze e noi siamo disposti a parlare solo di certezze”.
 
Molto facilmente si arriverà al 2007 senza che ci sia un progetto che salvaguardi il decoro cittadino, tale appuntamento fu concordato nella variante urbanistica concessa nel 1980 dall’amministrazione comunale alla multinazionale Sgl Carbon Group per la permanenza dello stabilimento all’interno del perimetro urbano della città.
 
Altri tempi con diverse esigenze aziendali, da oggi i lavoratori rimarranno dinanzi alla fabbrica finché non saranno convocati a far parte alla discussione che riguarda loro e soprattutto finché non saranno risolti i problemi.
 
In passato è accaduto che i lavoratori e le associazioni sindacali non venissero informati delle trattative e delle decisioni prese, come in occasione dell’incontro indetto per lunedì 17 ottobre nel quale hanno partecipato l’amministrazione comunale, l’amministrazione provinciale, l’associazione degli industriali e la dirigenza aziendale. 
 
In più occasione i lavoratori non sono stati debitamente presi in considerazione infatti le associazioni sindacali hanno rimarcano che la direzione aziendale e l’associazione degli industriali non erano presenti al consiglio comunale aperto indetto per il 10 ottobre sul tema “Crisi Sgl Carbon ed emergenza occupazionale”.
 
La dirigenza aziendale ha mostrato in varie occasioni poca collaborazione come quando i lavoratori hanno organizzato sempre nel mese di ottobre presso la sala riunioni della Sgl Carbon un’assemblea pubblica per discutere del problema occupazionale a causa dei 112 licenziamenti proposti ma anche del degrado ambientale del sito industriale e della riconversione dell’area come opportunità di un nuovo sviluppo del territorio Piceno.
 
Per quanto concerne la bonifica e la riconversione del sito industriale Stipa fa sapere che le istituzioni sono impegnate in tal senso ma che dovrebbero pensare in modo risolutivo anche alla ricollocazione dei lavoratori dello stabilimento.
 
In riferimento agli ammortizzatori sociali la rappresentanza sindacale precisa che ci sono diverse strade da seguire, diverse ipotesi che comunque non sono state ancora sviluppate dai componenti del tavolo di concertazione. In definitiva i dipendenti della Sgl Carbon non sanno quale sarà il loro futuro, sono all’oscuro di qualsiasi decisione, trattativa e accordo.
 
Comunque è importante ricordare lo studio finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno in collaborazione con le Università presenti sul territorio: “I processi tecnologici per il biorisanamento di acque di rifiuto e di suoli contaminati da sostanze xenobiotiche recalcitranti”.
 
Tale progetto rappresenta una soluzione ad alcune problematiche ambientali che da anni rimangono insolute e che possono essere riferite al sito industriale dell’Sgl Carbon. Tecnicamente riguarda il biorisanamento dei siti contaminati da Ipa o Idricarburi con l’uso di microrganismi possibilmente autoctoni, cioè prelevati dal terreno che si pensa di disinquinare.

05/12/2005





        
  



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