Insuperabile Piera!
Ascoli Piceno | La Degli Esposti ha presentato i suoi cavalli di battaglia, ad un Auditorium Carisap gremito di spettatori entusiasti
di Anna Laura Biagini
Ieri sera Auditorium al completo per Piera Degli Esposti. Il recital Passione amorosa, portato ad Ascoli dall’associazione culturale Mama, in collaborazione con la Provincia e il Comune di Ascoli, la Fondazione Carisap e il Club Soroptimist, ha avuto il successo atteso. Un’ora di racconti autobiografici sull’incontro dell’attrice, hanno intervallato le interpretazioni delle figure di donne che l’hanno accompagnata negli anni di carriera.
L’artista racconta i suoi inizi negli anni ’70 con il teatro sperimentale, quando aveva la parte di un ragazzo, nella “cantina” dove recitava con Proietti. Inizi dovuti alle passioni delle donne che ha interpretato, che le hanno dato la forza, malgrado le numerose bocciature ai provini. E’ l'introduzione per l’anziana donna delle Follie di Chaillot di Giraudoux, in cui Piera fa contemporaneamente le voci della donna e del ragazzo. Incanta i presenti senza ausili scenici. Solo una tunica nera e luci puntate sul suo viso.
Fantasia, ironia e incontri che le hanno cambiato la vita. Non solo con le donne però. Sul set di Medea, oltre alla Callas, la Degli Esposti racconta degli insegnamenti di Pasolini, del consiglio di De Chirico, di puntare sulla diversità e di come poi negli anni, proprio lei interpretò l’eroina tragica della mitologia greca, di cui ha dato un assaggio con un monologo appassionato e trascinante, che ha suscitato lunghi applausi.
Dopo La lunga notte di Medea di Alvaro, è stata la volta di Dondolo di Beckett. L’interpretazione dolorosa di una violenza psicologica che una madre compie sulla figlia, che si ritrova a rivivere la pazzia materna in un lacerante incubo, ritmato da ripetizioni apparentemente senza senso, la cui catena può essere spezzata solo dalla morte. Una versione per cui la Degli Esposti ha avuto anche il plauso degli eredi dell’autore del testo, non poteva che ipnotizzare.
In conclusione un pensiero per il maestro Peppino De Filippo, che trovò in Piera “il verbo nuovo del teatro”, che intuì prima degli altri, e senza sbagliare, il grande potenziale di una giovane promessa. Piera ha riproposto l’interpretazione di Molly cara, testo conclusivo dell’Ulisse di Joyce, a cui assistette proprio De Filippo e per cui la lodò tanto. Una donna che contiene tutte le donne, un omaggio alle passioni delle donne, “che mettono quel qualcosa in più nel fare le cose, che le rende così speciali”.
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29/12/2005
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