Cecco dAscoli: il letterato e luomo di scienza
Ascoli Piceno | Prima giornata del convegno Cecco dAscoli: cultura, scienza e politica nellItalia del 300
di Anna Laura Biagini
Aperti questa mattina i lavori del convegno Cecco d’Ascoli: cultura, scienza e politica nell’Italia del ‘300, che hanno visto succedersi interventi di illustri docenti, sulla vita e sulle opere di Cecco d’Ascoli. Dopo il saluto del sindaco Piero Celani, che ha ricordato quanto Ascoli punti sul rilancio del patrimonio culturale di cui Cecco fa parte, “come possibilità per il nostro territorio, di uscire dalla marginalità locale”, del Vescovo S.E. Silvano Montevecchi, che ha citato luci ed ombre del Medioevo, secolo da cui sono nate molte menti prolifiche, e dell’Assessore provinciale alla Cultura Olimpia Gobbi, che si è ugualmente occupata di cultura picena e Medioevo, la parola è passata al moderatore dei lavori, il prof. Antonio Rigon dell’Università di Padova.
Rigon ha sintetizzato la storia del Premio Internazionale Ascoli Piceno, ospitato nel convegno e che domani premierà Cesare Segre. Inoltre, il Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Medievali, che ha promosso l’evento, Giannino Gagliardi, ha invitato a pensare al convegno, come un momento per ripesare le nostre radici, in un’epoca di globalismo imperante.
La mattinata è stata poi dedicata alla figura di Cecco come letterato e di cui il prof. Claudio Ciociola dell’Università per Stranieri di Siena, ha analizzato il contesto poetico, illustrando una grande novità, cioè che il titolo l’Acerba, si riferisse, non alla vita dura e amara, come creduto fin’ora, ma che evocasse l’età di un giovane allievo ascolano destinatario dell’opera, nel senso di “Liber Acerbae vitae o aetatis”. Il prof. Ciociola ha ricordato anche come probabilmente, l’opera di Cecco, “sia stata ispirata per invidia dalla Commedia dantesca, verso cui Cecco era molto attratto”.
Di seguito l’intervento del prof. Roberto Antonelli dell’Università di Roma La Sapienza, e della prof.ssa Elena Maria Duso, hanno posto l’attenzione sul ruolo di Cecco nella poesia trecentesca. Il primo con uno studio meticoloso delle rime insolite ed originali del poeta, la seconda evidenziando la presenza di Cecco nell’ambiente culturale veneto-bolognese, da cui vennero anche le condanne per eresia e per invidia verso Dante e poi la condanna al rogo. A concludere la mattinata la Prof.ssa Ida Giovanna Rao, responsabile dell’Ufficio Manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana, che ha illustrato il codice Laurenziano dell’Acerba, magnificamente illustrato e che a primavera l’Istituto Poligrafico e la Zecca dello Stato, daranno alle stampe.
Pomeriggio altrettanto intenso intorno a Cecco uomo di scienza, con l’analisi del prof. Marco Berisso dell’università di Genova, sul 3° libro dell’Acerba, dedicato al lapidario di Cecco che per comporlo si ispirò ad altri già esistenti; l’intervento della prof.ssa Alessandra Beccarisi dell’Università di Lecce, che ha messo in evidenza il lato filosofico di Cecco nell’Acerba, dove tenta di mostrare le cause di effetti straordinari, come le apparizioni, facendole rientrare nell’ordine naturale dell’universo. La cosmologia di Cecco presentata come funzionale ad una spiegazione astrologica della realtà fisica, dando contemporaneamente una giustificazione naturale della magia. Al centro di ciò, l’uomo, anima e mente libera, costruttrice, che fa scelte razionali quanto sovrannaturali.
Un Cecco più scientifico, è quello presentato infine dal prof. Andrea Tabarroni dell’Università di Udine, che ha relazioni con l’Università di Medicina e Arti di Bologna, dove si compie la sua istruzione di medico e uomo di scienza. Negli scritti di Cecco quegli anni hanno lasciato il segno, in quelle stesse opere che Corrado di Megenberg, professore delle Arti all’Università di Parigi, ha ritenuto fondamentali per l’astrologia giudiziaria. Un rapporto fra i due esponenti di rilievo della comunità intellettuale del ‘300, Corrado e Cecco, di cui il prof. Dagmar Gottschall dell’Università di Lecce, ha illustrato i comuni interessi e le affinità, come l’uso del latino.
Il convegno, che fin’ora ha avuto un buon seguito tra il pubblico, incuriosito dalla figura dell’illustre ascolano, proseguirà domani mattina sul tema Cecco e il potere, tracciando uno sguardo d’insieme sul ruolo dell’intellettuale nell’Italia dei comuni, spostando poi l’attenzione sul processo e sugli ultimi sondaggi archivistici dedicati a Cecco. Nel pomeriggio seguirà una tavola rotonda su Intellettuali e potere nel ‘300 e con la proclamazione del vincitore del Premio Ascoli Piceno 2005.
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02/12/2005
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