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La nuova provincia di Ascoli: una “iattura”?

Ascoli Piceno | Le riflessioni di Armando Falcioni sulle dichiarazioni recenti del sindaco di Amandola alla luce del ruolo della futura provincia.

di Armando Falcioni*


Egregio direttore,
del termine iattura non ho trovato l’etimologia della parola, ma il senso è particolarmente ficcante, se non altro per la doppia vocale all’inizio che ne dà anche una funziona onomapoteica. Insomma un grido di guerra o di dolore.

Certo che il termine usato dal sindaco di Amandola per la prima volta, espone un comune promotore della divisione della provincia, (i cui motivi per quel comune, sono ancora avvolti dal mistero e di difficile comprensione),  sulla reale valenza di questa operazione risibile.

Infatti fino all’atto di lacerazione del Piceno esisteva un pensiero privato e uno pubblico. In privato tutti erano d’accordo che fare due orticelli era assolutamente inutile. In pubblico qualcuno li richiamava a dovere ed al gioco delle parti. Ed ecco la pantomima delle sfilate, delle fasce tricolori esposte, delle processioni a Roma e quant’altro.

Per la prima volta un sindaco fermano (absit iniura verbis) si espone, fino a pubblico, coatto pentimento che stia certo avverrà molto presto, e molto candidamente si esprime con termini tanto crudi e soprattutto tanto veritieri. Primo perché esprime la volontà di buona parte dei 365.000 uomini della strada della ex provincia di Ascoli Piceno mai coinvolti in questa lacerante divisione. E poi perché se ne è accorto, troppo tardi, delle conseguenze economiche e sociali che ricadranno proprio sull’uomo della strada. Non parlo io, non parla il collega di Ascoli ma parlano i numerosi studi che stanno aprendo gli occhi a chi, volontariamente, ha finto di esser non vedente.
Questa è la classica vittoria di Pirro e di chi si può vantar di dire :” l’avevo detto”.

Ma invece dei rimpianti e delle, ahìnoi, inutili soddisfazioni, occorre guardarsi intorno per trovare una nuova dimensione al territorio piceno. Recentemente uno studio di un circolo culturale di Fermo ( mi pare Carducci ) con toni sprezzanti ed anche poco eleganti affermava che la nuova provincia deve guardare al maceratese più che pensare sinergie con l’ascolano.

La loro sottile,gratuita, ironia però cela stille di lungimiranza. Infatti, caro direttore, sarà bene che il Piceno  guardi, in fatto di programmazione ad ovest, a nord ovest o a sud. lasciando perdere di ricucire strappi insanabili, pensando ora che le vere Marche si chiudono alla foce del fiume Aso Oltre esisterà un lembo di terra definito Piceno che potrà essere, oltre che la marca sporca, anche la terza provincia umbra, la sesta laziale o la quinta abruzzese, quanto meno di fatto a parte i confini amministrativi

Ma occorre far presto. Le nuove programmazioni della provincia di Teramo riporteranno presto la Val Vibrata, da sempre praticamente ascolana, verso il capoluogo abruzzese.

Inoltre, ripensando al ruolo di Ascoli Piceno ed il suo circondario, esiste la tendenza di accentrare servizi ed investimenti verso est, sulla vallata. E si intuisce che se su di un piano inclinato si porgono sempre più pesi, il piano si inclina sempre più  verso il mare rischiando di lasciare la città ed il territorio circostante un museo vivente.

Perché, finché rimarremo annientati da questo rassegnazione verso l’ineluttabile destino il Piceno sarà sempre terra da colonizzare. Solo se le Marche , del quale siamo indesiderati commensali, avranno paura di perderci, allora potremo riprendere un ruolo.

E cominciare a pianificare in base alle posizioni dei centri limitrofi. Basta essere solidali con paesi che hanno scelto di andare con Fermo, siamolo più tra di noi, quanto meno in fatto di sanità e in particolare di posti letto  A meno che Amandola ed il suo limitrofo territorio apra gli occhi e torni verso il suo naturale destino, anche alla luce della imminente apertura del traforo di Croce di Casale.
Altrimenti ci dovremo contentare di una sana, genuina,realistica,  coraggiosa , ma tardiva dichiarazione di dolore di un sindaco di uno dei più bei centri di questa nostra contraddittoria regione.

*sindaco di Maltignano

18/12/2005





        
  



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