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Una carta per valorizzare la Civilta’ marinara delle Marche

| ANCONA - Il documento presentato al convegno di Porto Sant’Elpidio


Salvaguardare la memoria e le testimonianze del patrimonio di beni culturali e immateriali delle città costiere: questo lo scopo della “Carta per la tutela e la valorizzazione della civiltà marinara delle Marche”, presentata ufficialmente a Porto Sant’Elpidio in occasione della prima giornata regionale della Civiltà marinara.

Il documento sottolinea la necessità di valorizzare la conoscenza e la conservazione del patrimonio dei beni culturali materiali e immateriali ancora oggi esistenti nei centri della costa: un patrimonio che ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo economico e alla storia delle Marche. “Le tradizioni marinare rappresentano – ha precisato Paolo Petrini, assessore regionale alla Pesca - un elemento importante della nostra identità e, nel percorso che la Giunta Regionale si è data di valorizzazione del territorio, anche attraverso la rappresentazione di quelle che sono le manifestazioni più forti della tradizione, la prima giornata della Civiltà marinara delle Marche rappresenta sicuramente un momento fondamentale di riscoperta e valorizzazione di uno degli elementi centrali dell’identità regionale”.

La Carta verrà divulgata in tutta le regione: istituzioni statali, enti locali, università,scuole, istituti ed associazioni culturali. All’iniziativa, promossa dall’assessorato ai Beni e alla attività culturali e dall’assessorato alla Pesca della Regione Marche, aderiscono, oltre alle amministrazioni provinciali di Pesaro, Ancona, Macerata ed Ascoli, anche diciassette Comuni costieri, da Gabicce a San Benedetto del Tronto.

I primi risultati della ricerca, avviata un anno fa e di durata triennale, hanno evidenziato lo stato di grave abbandono in cui versa gran parte dell’ingente patrimonio di testimonianze e reperti di carattere archivistico, iconografico, fotografico custodito nei musei, negli archivi delle Capitanerie di porto e nelle biblioteche della regione. Lo conferma, ad esempio, la chiusura dei cinque i musei della pesca e della marineria esistenti nelle Marche.

“Di qui la necessità - ha rilevato Gino Troli, coordinatore del progetto - di una sistematica ricognizione del patrimonio custodito nelle strutture museali e negli archivi della regione, con particolare riferimento all’archivio della Capitaneria di Porto di Ancona, dove sono conservate le testimonianze ufficiali della consistenza della tipologia della flotta peschereccia delle Marche”. Altro dato significativo emerso dall’indagine è l’urgenza di avviare il recupero della cultura materiale e della memoria orale, pena la perdita irreversibile di una parte fondamentale di un patrimonio di tradizioni, di tecniche e di saperi che hanno fatto la storia della regione. Evidenziata anche la necessità di creare almeno un polo museale per ogni provincia e un centro di catalogazione regionale informatizzato.

Nel corso della giornata, Ercole Sori, Marco Moroni e Renato Novelli dell’Università Politecnica delle Marche hanno sottolineato l’importanza, sul piano storico e sociologico, della pesca e della civiltà marinara nella costruzione dell’identità culturale delle Marche; la seconda parte dei lavori è stata caratterizzata da una serie di relazioni sulle fonti e sullo stato del patrimonio museale nelle quattro province della regione. Di notevole interesse la proiezione di foto d’epoca e, grazie alla collaborazione dell’Istituto Luce, dei filmati sulla civiltà marinara delle Marche.

17/12/2005





        
  



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