Il Presidente della Provincia Rossi a Strasburgo
Ascoli Piceno | Motivo della trasferta la Direttiva Bolkestein in discussione nellAssise Comunitaria.
Con una delegazione di amministratori locali italiani il Presidente Rossi si è recato oggi a Strasburgo per un’audizione presso il Parlamento Europeo allo scopo di esprimere la contrarietà degli Enti Locali del nostro Paese nei confronti della Direttiva Bolkestein attualmente in discussione nell’Assise Comunitaria.
Già con una Delibera dell’aprile scorso il Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno aveva approvato un ordine del giorno contro le norme contenute in tale direttiva che imporrebbero ad ogni livello istituzionale di mettere a gara e privatizzare tutti i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, senza reali garanzie per la qualità degli stessi, in particolari per le categorie più deboli, e senza qualsiasi norma di salvaguardia per il personale attualmente impegnato in tali servizi.
Se tale normativa, non a caso avversata dai sindacati e da molte componenti politiche, fosse approvata verrebbe meno l’autonomia dei Comuni e delle Province, che non avrebbero più la possibilità di valutare specificità locali che spesso risultano determinanti al fine di affidare servizi in grado di dare risposte a domande particolari e a favorire sistemi economici fondamentali per uno sviluppo sostenibile.
Qualora la Bolkestein fosse già in vigore, tanto per fare un esempio, non sarebbe stata legittima la procedura che ha portato, nella nostra Provincia, alla formazione di un albo degli agricoltori ai quali affidare direttamente servizi di manutenzione ambientale e stradale così come non sarebbe possibile per i Comuni affidare ai produttori biologici locali forniture per le mense scolastiche.
Ma l’aspetto ancor più grave è che in qualsiasi Paese europeo sarebbero applicabili nei confronti dei lavoratori addetti ad un servizio le norme e le condizioni retributive del Paese nel quale ha sede legale la società erogatrice del servizio stesso… così che una ditta registrata ad esempio in Romania potrebbe far lavorare in Italia dei lavoratori italiani con le retribuzioni e i diritti previsti in Romania, con un conseguente forte arretramento dei diritti sociali ed economici dei lavoratori.
L’incontro di oggi a Strasburgo rappresenta quindi un’occasione per portare all’attenzione degli eurodeputati queste problematiche, nella convinzione che la battaglia da affrontare in questa fase, anche al fine di rilanciare l’economia e la coesione sociale in Europa, è quella di rafforzare il ruolo delle comunità locali, espandendo la democrazia e generalizzando i diritti sociali piuttosto che rincorrere al ribasso le realtà più arretrate.
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15/11/2005
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Betto Liberati