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Cari lettori, provate a riscrivere i libri che amate

San Benedetto del Tronto | Andate poi a guardare in che modo avete deturpato, abbellito o mutilato quelle opere.

di Tonino Armata



Venticinque anni fa ad un convegno spiegai la mia passione per i libri, soprattutto per i libri economici, al convegno sul libro tascabile (Como 18 – 19 ottobre 1980). Qualche settimana dopo mi arrivò una lettera, firmata in grafia sottile “Fulvio Tomizza”. Possibile che sia Tomizza, il grande narratore Mitteleuropeo, mi chiesi. La lettera diceva: “E’ la prima volta che scrivo una lettera da ammiratore. L’intervento sulla questione dei libri economici era così spontaneo e distante dalla solita macchinosità che non ho potuto fare a meno di scriverle. Se le capita di passare da queste parti, in Friuli-Venezia Giulia o in Trieste, la prego di chiamarmi. Fulvio Tomizza”.

Da quella lettera nacque un’amicizia in nome della quale mi adoperai molto nella promozione dei suoi libri. Tomizza ne fu talmente riconoscente che un giorno (dopo la visita della biblioteca del gran poeta Giacomo Leopardi), a pranzo in un ristorante del centro mi disse: “Che ne diresti di un seguito di “Materada”, “La miglior vita” e “L’amicizia” in cui tutti e tre i libri vengono ricordati dagli uomini e le donne e infine ristampati sulla base della loro memoria? E se fossero ricordati male e nessuno di essi emergesse nella forma originaria? Se risultassero più lunghi, o più corti, deturpati o più belli?”. Il suggerimento di Tomizza m’infiammò al punto che buttai lì un abbozzo, agognando il dono di conoscere alcuni dei grandi libri e di riscriverli come se fossi un uomo-libro del futuro che si sforza di ricordare i dettagli di un’incredibile letteratura. Non l’ho mai fatto.

Ma essendomi ricapitati in mano gli appunti e ricordando Tomizza a 25 anni di distanza ho pensato: perché non dare corpo all’idea e invitare i grandi lettori a seguire il mio esempio? Immaginate i vostri romanzi preferiti, di Kipling, Dickens, Wilde, Shaw, Poe, Proust, Calvino, memorizzati e riportati in vita tra venticinque anni. Quali involontarie modifiche subirebbero? Usher crollerà per poi risollevarsi? Gatsby, colpito, farà venti giri intorno alla piscina? Cathy di Cime Tempestose accorrerà al grido di Heathcliff da sotto la neve?

Prendiamo Guerra e pace. Non potrebbe darsi che, alla luce di un secolo di dittature totalitarie, i concetti di Tolstoj, erroneamente rammentati, fossero rielaborati politicamente così che i confini in seno alla società russa trovino diversa conclusione? Che dire delle dolci eroine di Jane Austen ricordate da una femminista? Verranno riallineate come pedine sulla scacchiera della vita sociale del diciannovesimo secolo in una posizione d’alto rango, arroganti fanciulle in fiore? I grappoli di odio potrebbero essere ricordati non come una pacata denuncia sociale ma come un’aperta rivolta socialista albergata in una vecchia Ford sgangherata sulla Route 66.

E Moby Dick. Non potremmo esere tentati, richiamandolo alla memoria, di gettare a mare Fedallah, i parsi, quell’odioso ostacolo? Il che permetterebbe ad Achab d’essere scagliato fuoribordo dalla balena bianca. A questo punto è facile che si ricordi il film piuttosto che il libro con Achab che, agganciato alla balena bianca, con la mano morta fa cenno alla ciurma di seguirlo. Così il libro andrebbe perduto e il film ricordato. Che bel gioco di società letterario!

Fate un elenco dei vostri romanzi preferiti e indicatene la trama a grande linee, quindi riprendeteli in mano per verificare in che modo avete deturpato, abbellito o mutilato quegli incredibili libri. che passatempo per i lettori nel prossimo futuro. Quali libri perduti nel bosco degli uomini-libro sarà più facile ricordare? Non i grandi romanzi, sono troppo complessi per molti versi. James Bond però, che si ricorda facilmente, potrà essere rimesso in circolazione magari un po’ scosso ma non sconvolto dal tempo. Gran parte della narrativa mystery emergerà intatta, insieme alla grande poesia. Pensate alle “Auree mele del sole” di Yeats, a Emily Dickinson o ai versi dedicati alla neve di Robert Frost. Nella tradizione degli antichi cantastorie quelle poesie usciranno dal viaggio nel tempo come nuove.

Lo stesso vale per i libri per bambini. E’ difficile immaginare il Mago di Oz o Alice nel paese delle meraviglie sfigurate da una memoria maldestra. Le grandi opere teatrali (Amleto, Re Lear, Otello e Riccardo II) potrebbero arrivare in qualche modo ridimensionate, ma quell’incredibile linguaggio risuonerà attraverso i secoli. Il negro Jim di Mark Twain a bordo della zattera che discende dal Mississippi con Huck, potrebbe conservare il suo appellativo nonostante lo strepito dei critici politicamente corretti lungo la riva. E’ un bel gioco. Vorrei averne scritto 25 anni fa, quando Tomizza me ne parlò la prima volta.

Cercate l’estasi, scegliete i vostri preferiti e verificate se la vostra memoria ombelicale è stata tagliata o se siete ancora meravigliosamente legati a tutto ciò che avete amato in biblioteca tanto tempo fa.

13/11/2005





        
  



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