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Due centenari da celebrare con gratitudine

| LORETO - Convegno Centenario della morte di due protagonisti del Santuario Lauretano Padre Pietro da Malaga e Giuseppe Sacconi. Saluto di Sua Eccellenza Mons. Gianni Danzi, Delegato Pontificio e Arcivescovo di Loreto.

L’attuale struttura architettonica con il rispettivo apparato pittorico della basilica di Loreto, risalente alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, si deve principalmente a due esimi personaggi: a un rinomato architetto, il conte Giuseppe Sacconi , e a uno zelante cappuccino, padre  Pietro Maria da Malaga.

 

Giuseppe Sacconi nel 1884 fu nominato architetto ufficiale per il ripristino architettonico del Santuario di Loreto dalla competente autorità ministeriale del Governo del Regno d’Italia, che nel 1861 aveva incamerato lo stesso Santuario con i rispettivi beni e li amministrava tramite il Pio Istituto della Santa Casa, per altro in maniera soddisfacente.

La Casa Savoia, che da sempre ha nutrito – e nutre ancora – una tenera devozione verso la Madonna di Loreto, volle provvedere al restauro dell’insigne monumento laureano, che nel secolo XIX, anche a causa dei noti sconvolgimenti politici, era caduto in un modesto abbandono.

Lo stesso Vittorio Emanuele II, in visita a Loreto all’indomani dalla battaglia di Castelfidardo, con decreto del 10 ottobre 1860, elargì dalla sua “cassetta personale” la cospicua somma di 50.000 lire per il restauro della chiesa e quindi incaricò l’architetto dei Regi Palazzi di Torino di fare un’ispezione a Loreto e di approntare un duplice progetto: il ripristino strutturale e il rinnovo della veste decorativa della basilica lauretana.

Questo progetto sarebbe stato attuato oltre un ventennio dopo da Giuseppe Sacconi, architetto celebrato ai suoi tempi.

A fianco del “fiero conte” – come chiamò il Sacconi un noto pittore del tempo, Luigi Fontana – operò un intraprendente cappuccino, il padre Pietro da Malaga, che con la sua attività promozionale del Santuario, non solo ravvivò il culto mariano-lauretano nel mondo, ma raccolse offerte da vari paesi d’Europa per sovvenzionare il progetto decorativo della cupola e delle tre principali cappelle absidali: Spagnola, Francese, Tedesca.

Se noi oggi possiamo usufruire di un tempio strutturalmente solido e pittoricamente splendido, lo dobbiamo in primo luogo a questi due illustri personaggi. È un dovere quindi farne memoria, con animo grato, in sede appropriata. E penso che l’incontro degli amici di “Studia Picena”, che raccoglie distinti studiosi di storia delle Marche, sia una sede quanto mai idonea per due ragioni: anzitutto per l’alto livello scientifico delle relazioni tenute abitualmente in questa sede; e poi per i vincoli che legano al Santuario di Loreto la rivista “Studia Picena”, organo dell’Istituto Teologico Marchigiano e voce, quindi della Chiesa nelle Marche a livello di ricerca storica: da circa trent’anni, infatti, la direzione della rivista programma regolarmente i suoi incontri in questo Santuario laureano, che offre a tutti i partecipanti una cordiale ospitalità.

Saluto i partecipanti e auguro un incontro culturalmente proficuo, nel ricordo dei due grandi protagonisti  della storia del Santuario della Santa Casa, tra Otto e Novecento: Giuseppe Sacconi e Pietro Maria da Malaga.

 

Giuseppe Santarelli:  Padre Pietro da Malaga  ( 1841-1905) primo direttore della Congregazione       Universale della Santa Casa di Loreto.

Il 28 luglio 1905, a Sanlùcar de Barramela ( Spagna), all’età di 64  anni, dopo lunga malattia si addormentava nel Signore padre Pietro da Malaga. Il suo nome è scritto a caratteri d’oro negli annali del Santuario di Loreto per le benemerenze acquistate in oltre vent’anni  di direttore della Congregazione Universale della Santa Casa.

Con lui la devozione verso la Santa Casa, dopo una lunga stasi per complesse vicende storiche, riprese slancio e fu promossa in tutti i paesi cattolici, con una visione universalistica che ancora oggi desta viva ammirazione. La decorazione delle tre principali cappelle delle nazioni ( Spagnola, Tedesca e Francese) e della monumentale Cupula fu resa possibile grazie alla sua instancabile attività che ravvivò la devozione verso la Madonna di Loreto e la sua Casa nazaretana e procurò consistenti offerte provenienti da ogni parte del mondo.

Le spoglie mortali di padre Pietro nel 1928 furono trasportate a Loreto e composte all’ingresso della Cappella Spagnola, la prima decorata su sua iniziativa. Un busto bronzeo, lavorato da Vittorio Morelli, e una lapide ne tramandano ai posteri la gloriosa memoria.

 

Cristiano Marchigiani: Giuseppe Sacconi e la riforma gotica della Basilica di Loreto. Modelli ed esiti di un’utopica “ricostruzione dell’immagine originaria”.

Ricorre quest’ anno anche il centenario della morte del celebre architetto Giuseppe Sacconi ( 1854 – 1905 ) il quale, dal 1884 al 1905, è stato direttore degli importanti e  imponenti lavori di restauro nel Santuario di Loreto. Insieme con padre Pietro da Malaga, morto nello stesso anno 1905, il Sacconi è stato un protagonista di primo piano nel ripristino della Basilica lauretana.

Ho progettato e vigilato con ferrea mano i lavori di ristrutturazione architettonica e di decorazione pittorica. Insieme a padre Pietro da Malaga egli merita di essere ricordato nel  centenario della morte con animo grato.

30/10/2005





        
  



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