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Il paese dei divieti

| La nota di novembre del Camper Club "La Granda"

di Beppe Tassone*

Ricordo, come fosse ieri, un’assemblea al Liceo, oltre trent’anni fa: tanti ragazzi nell’aula magna, un po’ di fumo ed un enorme lenzuolo appeso al muro con su scritto: ”Vietato vietare”.

Era l’epoca della contestazione e tutti eravamo convinti che “l’immaginazione si sarebbe portata al potere” e che il maggio francese si sarebbe impadronito di tutta l’Europa.

Di quei ”favolosi anni”, per dirla con Mario Capanna, restano alcune fotografie, tanti ricordi ed un eskimo nell’armadio conservato come si trattasse di una preziosa reliquia.

Quel lenzuolo mi è tornato alla mente leggendo gli articoli che la stampa tedesca ha, nella scorsa estate, dedicato all’Italia, diventato il “Paese dei divieti”.

In effetti, non vi é che l’imbarazzo della scelta: no agli zoccoli in piazzetta, guai al gelato nel carruggio, niente cono nei negozi, guai alle magliette nel budello e proibizione dei calzoncini sul passeggio. In spiaggia no alla sdraio in posizione diversa da quella decisa dal bagnino, stop alla palla, al ping pong, al panino non fornito dal bar dello stabilimento ed alla bevanda in borsa termica.

Si badi, non su tutto il territorio nazionale, ma qua e là, in virtù di ordinanze emesse da diverse (e competenti) autorità, tutte tese, certamente, a garantire il benessere ai villeggianti, ma altrettanto brave a creare una confusione incredibile nelle menti e nei comportamenti degli stranieri, non certo adusi ai nostri italianissimi sofismi.

Così una turista finlandese (che di leggi italiane forse poco ne sapeva) avendo comprato un oggetto (sicuramente taroccato) da un venditore ambulante si è vista appioppare una mega multa e sicuramente ancora si starà chiedendo se è possibile che in una nazione europea si sanzioni chi acquista da un ambulante ( che si deve a buona ragione reputare in regola) e non il solo venditore, se la merce è irregolare.

Del resto chi ha un CB sa benissimo che, nel nostro delizioso Paese, quelli non omologati sono in libera vendita, ma non si possono utilizzare: allora perché n’è consentita la commercializzazione, si potrebbe chiedere la solita turista finlandese, rimasta scottata dall’ambulante non in regola? Certo, tutto quanto fa parte del folclore italiano e molti turisti, tornati a casa, ne parleranno col sorriso sulle labbra, raccontando di avventure comiche delle quali sono stati malaugurati protagonisti sul tipo: ”Per continuare la passeggiata mi son dovuto togliere gli zoccoli e camminare a piedi nudi, peccato che non fosse proibito fumare in quel luogo così mi sono scottato i piedi…”.

Già perché la località nella quale i mozziconi accesi erano interdetti era diversa da quella che impediva gli zoccoli… Forse il prossimo anno, con un miglior coordinamento si riuscirà anche a correlare le cose, magari prevedendo anche il gelato che non si scioglie e non gocciola sotto il sole ed i calzoncini che, come la gomma americana, si allungano o si accorciano a seconda del luogo ove ci si trova. Il fatto è che certi provvedimenti delle pubbliche amministrazioni, adottati, per carità, a fin di bene, ma scoordinati tra loro creano danni incredibili e fanno nascere il desiderio a molti di cambiare zona.

Non a caso, anche sulla stampa italiana, sono apparsi articoli, sempre più preoccupanti, sul fatto che in Italia sia in atto una sorta di processo autolesionistico, destinato a creare danni incredibili sotto il profilo dell’affluenza e quindi della ricchezza prodotta. Un turismo vecchio e stanco, è stato definito sul quotidiano torinese “La Stampa”, che rischia, anche nei luoghi più frequentati, di non dimostrarsi all’altezza della situazione: stabilimenti balneari che aprono alle sette del mattino, ma chiudono alle diciannove, inagibilità notturna delle spiagge, poca innovazione, incapacità a creare nuove attrazioni.

L’immagine che ne viene fuori è quella di un sistema sclerotizzato ed anche arteriosclerotico, incapace di adeguarsi, convinto che sia sufficiente un poco di sole per attirare i flussi ed anche per convincerli a tornare l’anno successivo, senza alcun fenomeno di destagionalizzazione e senza alcuna capacità di percorrere vie nuove.

Lo dimostra l’incaponimento con il quale ci si scaglia, in alcune località, contro l’unico fenomeno turistico in contro tendenza, quello dei camper: divieti invece di aree, multe invece che promozione. Intanto la Croazia va…ed anche la Spagna, la Turchia, la Grecia: piangere sul latte versato serve a poco occorre una sterzata forte, nel mondo imprenditoriale come il quello amministrativo.

Ormai è chiaro che le persone hanno cambiato atteggiamento, che le modifiche sociologiche che si sono registrate sono forti ed irreversibili, che è necessario “dare spazio all’immaginazione” prima di essere travolti dai fatti. Nel maggio francese i giovani ritmavano un “Ce n’est que un debut…”, è meglio tenerne conto prima che le gelaterie rimangano vuote non tanto per il fatto che è vietato dare una leccata al cono mentre si passeggia, ma perché…si è andati a passeggiare da qualche altra parte!

*presidente Camper Club "La Granda", Cuneo

26/10/2005





        
  



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