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Parcheggio Piazza Dante

| TERAMO - La parola all’architetto Lamberto Storto, presidente dell’Associazione culturale “Quartiere Santo Spirito”.

di Nicola Facciolini

 
 
Sulla questione della costruzione del parcheggio interrato a piazza Dante si stanno scatenando in questi giorni diverse polemiche che dividono le forze di minoranza in Consiglio comunale. Da una parte coloro che fronteggiano il fronte del “Sì” alla realizzazione dell’opera, dall’altra coloro che, trincerati all’interno di un Comitato composto da alcuni consiglieri comunali e presidenti di associazioni, guidano la voce del “No” riportando alla luce recenti e dolorose vicende. I disastri del Lotto Zero in Corso Porta Romana e in Via Tom Di Paolantonio,  il problema degli scavi su un terreno da riporto e, guarda caso, lo spuntare dal nulla della più bella e grande villa romana d’Interamnia. Il presidente dell’Associazione culturale Quartiere Santo Spirito, l’architetto Lamberto Storto, a riguardo ha le idee molto chiare.
 
Presidente, parliamo del parcheggio di Piazza Dante e della vicenda sulla fantomatica villa romana.
“Non so se esiste veramente questa villa romana. Però Teramo è una di quelle poche città dotata di una circostanziata e precisa Carta Archeologica. Carta redatta dall’Istituto geografico militare grazie agli studi e alle ricerche eseguite dalla signora Vincenzina Cerulli Irelli, la direttrice degli scavi di Pompei. Da quel che mi risulta, in piazza verrà fatto un coronamento di pali di cemento armato che affondano in profondità: gli scavi verranno eseguiti a cielo aperto. Ma è possibile fare degli esami approfonditi da subito: per sapere cosa nasconde davvero piazza Dante in profondità basta consultare la Carta. In quella zona non dovrebbe esserci niente”.
 
Se venisse fuori  la villa romana, come si potrebbe conciliare con il parcheggio?
“A Roma l’hanno fatto durante gli scavi per la metropolitana. Sono riusciti a salvaguardare i reperti archeologici ed è venuta fuori una villa di Nerone. Solo se questa villa fosse di grandi dimensioni, non sarebbe più conciliabile con la realizzazione del parcheggio. Il vero problema comunque è uno solo: purtroppo tutte le volte che a Teramo si vuole realizzare qualcosa giunge qualche bastian contrario che pone ostacoli maggiori di quelli reali. E’ chiaro che possono crearsi difficoltà tecniche e gestionali. Certamente, il dibattito aperto è il sale della democrazia ma in questa città si finisce solo per buttare del fumo negli occhi e basta. Bisogna lasciare lavorare le persone competenti”.
 
Polemiche sterili, dunque, a suo avviso?
“Questo non è un progetto nuovo. È in progetto approvato dalla vecchia amministrazione, quella di Sperandio, che all’epoca approvò in toto il piano. Non capisco come mai solo oggi questi signori si ricordino di sollevare il problema. E’ chiaro che prima di procedere all’inizio di un’opera, ogni tipo d’indagine va fatta, ma qui si sta esagerando e strumentalizzando il tutto. Ma per il quartiere questo parcheggio è di vitale importanza perché ci sono una serie di edifici costruiti prima della legge Ponte che ha posto l’obbligo dei parcheggi a servizio della residenza. Quegli edifici che non hanno un posto auto necessitano quindi dell’opera in questione.
 
Per quanti posti auto?
“La costruzione del parcheggio prevede 250 posti auto da dare in affitto ventennale ai residenti del quartiere. E poi ci pensi un attimo: la piazza così sarebbe liberata, con tanto di statua al Sommo Poeta. Credo sia stata stanziata nella convezione una cifra specifica per l’arredo urbano. Per la città un’altra piazza libera sarebbe una manna dal cielo”.
 
E come la mettiamo con i disastri del Lotto Zero?
“Ho una mia teoria in proposito. Chi lo stava realizzando sapeva già a cosa andava incontro. Sapeva che quella parte della città era stato realizzata con terreno da riporto. Forse qualcuno dell’Anas avrà pensato bene che era meglio pagare i danni che non procedere coi lavori e prendere misure precauzionali. Mi rifiuto di pensare che tecnici qualificati abbiano trascurato degli elementi commettendo grossolani errori di valutazione. Spero comunque che la questione si risolva presto. Ho ancora impresse nella mente scene pietose di persone che dalla sera alla mattina sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni in Corso Porta Romana. Tuttora non possono tornare perché non sono iniziati i lavori di consolidamento e ristrutturazione dei fabbricati. Gli edifici infatti sono stati solo monitorati ma in quanto alla loro ricostruzione, ne passerà di tempo…”.
 

29/09/2005





        
  



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