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Si riuniscono i componenti della Sesta commissione consiliare provinciale

Ascoli Piceno | Dall’amministrazione regionale giungono delle osservazioni che ridimensionano il piano provinciale delle attività estrattive

di Federico Biondi

I componenti della 6a commissione consiliare provinciale si sono riuniti nel pomeriggio di venerdì per esaminare le osservazioni fatte dall’amministrazione regionale in riferimento al programma provinciale per le attività estrattive approvato dal consiglio il 7 aprile scorso. Il programma è stato molto atteso dalle aziende del settore dato che non c’era un regolamento che disciplinasse l’attività estrattiva nella provincia di Ascoli Piceno.
 
È utile ricordare che con questo piano la quantità di sabbia e ghiaia estraibile è stata aumentata del 70%, quindi dai 460 mila metri cubi l’anno è possibile estrarne 735 mila, inoltre è possibile estrarre dal suolo 38 mila metri cubi di argille, 20 mila metri cubi di arenaria e 120 mila metri cubi di travertino.
 
La regolamentazione varata dall’amministrazione provinciale ha rilanciato l’attività estrattiva del travertino (Acquasanta, Rosara e Colle S.Marco), un materiale pregiato di esportazione a sostegno dell’economia della città di Ascoli.
 
Ma alcuni provvedimenti presi dall’amministrazione provinciale vanno contro alcune norme regionali e i componenti della 6a commissione consiliare si sono riuniti per approfondire  le osservazioni fatte dall’Amministrazione Regionale.
 
In particolare nel regolamento stilato dall’amministrazione provinciale si tutelava e permetteva alle aziende di piccole dimensioni di esercitare sul territorio provinciale. Il vice presidente del Consiglio Provinciale Cinzia Peroni con rammarico vede stralciata la possibilità di far partecipare le piccole aziende ai bandi di gara per l’assegnazione delle autorizzazioni per le attività estrattive.
 
“Una decisione presa dal consiglio provinciale a cui non è possibile dare seguito – dice Cinzia Peroni – il regolamento regionale pone dei limiti, francamente dare spazio alle piccole aziende era importante”.
 
Ma non è l’unico stop che giunge da Ancona, visto che non sarà possibile recuperare le cave dimesse e non sarà permesso fare attività estrattive nelle aree esonerate dai vincoli del Ppr (Piano Paesaggistico Regionale) e nelle aree natura 2000 (zone a protezione speciale e siti di importanza comunitaria).

15/07/2005





        
  



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