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| CITTA’DEL VATICANO: Centinaia di migliaia di giovani e non solo provenienti da tutto il mondo si sono in questi giorni riversati nella capitale per salutare un Papa che ha segnato un’epoca. Fino a diciotto ore di fila. Invasione di massa della Polonia.

di Paride Travaglini

L'entrata a San Pietro

Sono giunti da tutto il mondo, armati solo di  tanta fede e tanta pazienza. Immobili, in fila per ore senza mangiare, senza bere, protestare, telefonare, incanalati e felici dietro le transenne. Sono centinaia di migliaia, un oceano di giovani, bambini, famiglie, anziani, ammalati, disabili, venuti per salutare per l’ultima volta Giovanni Paolo II,un Papa che in 26 anni di Pontificato è entrato ed ha cambiato in qualche modo la loro vita. È il Popolo di Karol Wojtyla.
 
Non si spintonano, non accusano il vicino di passare avanti, non discutono con gli uomini del servizio pubblico: con il sorriso sulle labbra, attendono pazientemente di poter entrare nella Basilica.  Fino a dieci chilometri di coda, un serpentone infinito, ore ed ore per avanzare di 20 metri senza arrivare nemmeno a via della Conciliazione; e una volta lì c’è ancora molta strada da percorrere. Un calvario senza fine.
 
Il tempo passa leggendo, pregando, guardando i maxischermi appositamente allestiti, cantando, in un clima di amicizia e solidarietà. C’è chi si mette in fila portando il peso di uno zaino, ognuno ha qualcosa (biglietto, fiore, bandierina), da poter lasciare nella Basilica o nei pressi. Tutti gli angoli sono ormai dei piccoli altari dove pregare ed accendere un lumino. La fatica è tanta, c’è chi non ce la fa e si sente male e prontamente viene soccorso dal personale sanitario. La Protezione civile distribuisce acqua e succhi.
 
Non sai quanto tempo impiegherai per superare le varie <<stazioni>> separate dalle transenne che vengono chiuse periodicamente per disciplinare il flusso della folla. La prima transenna è all’imbocco della piazza. Poi c’è la fila vera e propria che immette nella Basilica. La terza stazione è un lungo corridoio che sfocia dentro il portone di bronzo: sei finalmente arrivato alla meta.
 
Quando entri lo fai quasi con ansia, mescolato agli altri fedeli, camminando quasi con timore per paura di far rumore e disturbare quella quiete assoluta che si respira all’interno della Basilica. Ti presenti per la prima e sicuramente ultima volta al cospetto del “Papa di tutti”,ormai  immobile, vestito di rosso, sull’impalcatura dorata troneggiante al centro della navata maggiore.
 
Un saluto fugace: non ci si può fermare davanti alle Spoglie del Pontefice: basta un attimo, il tempo di farsi un segno di croce e catturare un immagine che rimarrà per tutta la vita.. Solo pochi secondi, ma che all’uscita ti fanno dire: “ne valeva veramente la pena…”

10/04/2005





        
  



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