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Inaugurazione della nuova sede del "Centro Germogli"–ecologia e salute-

San Benedetto del Tronto | Convegno su alimentazione naturale il 14 Dicembre ore 16.00, in via Romagna,11 al terzo piano.

Gli alimenti sono le nostre migliori medicine. L'era moderna è contraddistinta da un grande, forse eccessivo, orgoglio per le proprie scoperte scientifiche ed il progresso, eppure, soprattutto nei paesi cosiddetti industrializzati, la spesa per la sanità è diventata così onerosa da costringere i governi a promuovere impopolari manovre correttive per ridurla. Assistiamo così ad aumento dei ticket e riduzione delle prestazioni mutualistiche ed alla immissione in commercio di farmaci poco conosciuti ma altrettanto efficaci dei loro cugini più titolati e più costosi. Al di là dell'effettiva efficacia di tali manovre sul bilancio pubblico e familiare, il punto fondamentale è che paradossalmente più aumenta il progresso e l'industrializzazione più aumenta la malattia.

Malgrado il grande ritorno della tubercolosi in oriente, sicuramente sono state debellate alcune piaghe storiche dell'umanità, peste, vaiolo, colera, grazie anche alle diverse condizioni d'igiene odierne, ma resta comunque il fatto che le malattie sembrano aumentare di numero e tipologia: la "sindrome da stanchezza cronica" una volta non esisteva; in un passato anche recente non si parlava così tanto di allergie ed intolleranze, alimentari e non , e questo senza considerare "malattie" insoddisfazione ed infelicità, condizioni quotidiane per moltissime persone. Insomma la tecnologia e l'industrializzazione, pur offrendo degli indubbi vantaggi, non sembrano tali da poterci garantire una vita del tutto soddisfacente e priva di malesseri fisici e psicologici.

Se la risposta ai nostri problemi non è, in tutto o in parte, nei farmaci e nella chimica, perché non andare a guardare allo stile di vita che conduciamo, cominciando da alcune delle cose che facciamo quotidianamente nel corso della nostra esistenza? Scomodando Ippocrate, dalla saggezza degli antichi ci giunge un monito: "il cibo sia la tua medicina, la tua medicina sia il cibo". Effettivamente il cibo e le bevande hanno una grande rilevanza nella nostra vita, sono sicuramente parte di ciò che facciamo più spesso e possono facilmente ricadere sotto il nostro controllo quasi al 100%, contrariamente a quanto accade per l'aria che respiriamo e per la qualità dei pensieri che formuliamo, due altre attività, respirare e pensare, quotidiane. Anche la scienza e l'industria si stanno occupando di cibo in termini di salute, creando alimenti transgenici ed "additivati" di farmaci e nutrienti, naturali e non. Ma prima di creare cibo in laboratorio, dai dubbi risultati e fin troppo evidentemente viziato da considerazioni puramente economiche che nulla hanno a che fare con la nostra salute, perché non recuperare l'abitudine di alimentarci in modo da soddisfare naturalmente le esigenze biochimiche e bioenergetiche del nostro organismo?

Gli ingredienti base per mettere in atto questa strategia sono da sempre ampiamente disponibili, a patto di cominciare  a "pensare con la propria testa" e di seguire la propria innata saggezza, invece di lasciarsi tentare da slogan pubblicitari e rutilanti richiami. Cominciamo dunque ad utilizzare alimenti biologici ed integrali,  riscoprendo cereali, quali farro, miglio, orzo, avena etc., e proteine vegetali, come ceci, lenticchie, fave, fagioli, che da sempre fanno parte dell'alimentazione propria della fascia climatica cui apparteniamo e che negli ultimi 30 anni circa sono stati ingiustamente abbandonati a favore di proteine animali e cereali raffinati, cioè impoveriti e privati delle loro caratteristiche biochimiche e bioenergetiche. Per quanto riguarda i grassi, la recente attenzione su quelli vegetali, cioè gli oli, relativamente alla prevenzione dei disturbi cardiovascolari, non è certo una novità, ma forse pochi sanno che per essere davvero efficaci gli oli, oltre che biologici, devono essere spremuti a freddo, altrimenti gli acidi grassi che li costituiscono vengono alterati. Usiamo dunque olio d'oliva ma anche di girasole e sesamo, e, perché no, anche semi oleaginosi quali nocciole, mandorle, noci, semi di zucca e girasole, che possono validamente sostituire snack e merendine industriali.

Con lo zucchero si apre un altro grande capitolo delle odierne abitudini alimentari. Oltre che essere eccessivo, l'attuale consumo di zucchero raffinato porta non solo a squilibri glicemici ma anche ad un'alterazione del Ph interno dell'organismo che facilmente si manifesta con candidosi  ostinate. Molto spesso la sostituzione dello zucchero raffinato con miele (di buona qualità ed accertata provenienza!) e zucchero di canna veramente integrale, non è sufficiente; introduciamo allora  il malto di cereali, sostanzialmente costituito da zuccheri complessi e a lento assorbimento. Per quel che riguarda minerali e vitamine, è sicuramente opportuno consumare frutta e verdura biologiche in quantità variabili a seconda della stagione, dell'età e dell'attività lavorativa di ognuno, ma spesso questi alimenti non sono sufficienti a garantirci un adeguato apporto soprattutto di minerali, ed in particolare di quei minerali, come lo iodio, scarsamente o per nulla presenti nelle verdure di terra. Abbondante fonte di iodio, ed altri minerali, sono le verdure di mare, le alghe, da sempre utilizzate in piatti tipici italiani dal nord al sud, il cui uso oggi sopravvive in pochi ristoranti tipici del Veneto e di alcune zone del sud Italia.

Sempre rimanendo nell'ambito dei minerali, tra i  nutrienti forse i più scarsamente presenti nell'alimentazione moderna, va considerato l'uso del sale marino integrale anziché di quello raffinato oppure "additivato". Il corpo umano è infatti costituito dal 70/80% di acqua salata, la cui composizione è molto simile a quella dell'acqua marina. Non a caso, la scienza concorda sul fatto che la vita si è sviluppata nell'acqua di mare; è dunque opportuno, al fine di mantenersi in salute, preservare il  nostro "mare interno" attraverso l'uso di condimenti salati equilibrati quali il sale marino integrale, il miso e la salsa di soya, questi ultimi presi in prestito dalla millenaria cultura orientale. Ultima, ma non per questo meno importante, viene una considerazione sulle quantità: spesso mangiamo troppo e/o troppo di alcuni cibi e troppo poco di altri.

L'eccesso, anche se di alimenti di buona qualità, è pur sempre un eccesso, e, come tale, crea nel nostro corpo inutili quanto dannosi ingorghi ed appesantimenti, soprattutto se l'eccesso viene prolungato nel tempo. Cominciamo dunque a regolarizzare i nostri pasti secondo l'abitudine che ancora sopravvive nelle popolazioni mediterranee del primo, secondo e contorno, minimizzando snack e merende ed utilizzando principalmente alimenti di origine vegetale, integrali e biologici. Fatto questo ci accorgeremo più facilmente della differenza fra effettive esigenze dell'organismo e voglie/tentativi di riempire con il cibo un vuoto che non sempre appartiene ad un piano fisico, e con un po' di impegno personale riusciremo a gestire gli impulsi che ci portano ad assumere dannose abitudini alimentari.

11/12/2003





        
  



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