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L'assessore Sestri sul Piano di Spiaggia: “inaccettabile la difesa degli abusi in via San Giacomo”

San Benedetto del Tronto | L'Amministrazione è decisa a realizzare una “passeggiata” dalla rotonda di via Mare fino all'ultima concessione balneare. Ma si discute anche su altri punti.

di Giovanni Desideri

Nella percezione della maggior parte degli abitanti di San Benedetto la spiaggia della città si estende dal torrente Albula fino alla rotonda di via Mare a Porto d'Ascoli. Lì finis terrae, salvo che la spiaggia "rispunta" poi a Martinsicuro. In definitiva sono in pochi a conoscere le concessioni dalla n. 100 alla 115, cui si ha accesso, attualmente, solo dagli hotel che si trovano in via San Giacomo.

Nella variante al Piano di Spiaggia che ha ricevuto la sua prima approvazione dal Consiglio Comunale lo scorso 23 ottobre sono previsti cambiamenti anche se non soprattutto per quel tratto, che verrebbe reso accessibile attraverso una fascia sulla spiaggia di circa 15 metri, in cui verrebbero ospitate una pista ciclabile, una passeggiata, verde pubblico. Le costruzioni poste a ridosso degli stessi hotel dovrebbero quindi essere spostate in avanti appunto di 15 metri. Proteste da parte dei proprietari.

L'assessore all'urbanistica Leo Sestri risponde a queste rimostranze: "siamo disponibili a trattare sulla larghezza dell'accesso alle ultime concessioni, per esempio potremmo non realizzare la pista ciclabile e il verde. Ma l'accesso pedonale è fuori discussione: lo prevedeva, per una larghezza di quattro metri, lo stesso Piano Follis" (il Piano di Spiaggia attualmente in vigore, approvato nel 1989, n.d.r.).

Non è tutto. "Il nostro è un progetto di qualità, prosegue Sestri, con il quale riqualificheremo quella zona: rendendola accessibile a turisti e residenti e ponendo fine allo scempio degli abusi. Si tratta di interventi che già hanno sperimentato a Cattolica. Ed è un progetto che dimostra una volta di più che del nostro Piano di Spiaggia beneficerà tutta la cittadinanza e non solo i concessionari, che pure sono una sua parte importante ed anzi fondamentale. Ma appunto vogliamo dare priorità alla cittadinanza. Per questo motivo la decisione su altri punti, come i ristoranti negli chalet, da tenere aperti tutto l'anno, o sulle discoteche in spiaggia ed altro ancora, è la città a doversi pronunciare, attraverso un Consiglio Comunale. Questo passaggio è poi inevitabile per quanto riguarda eventuali aumenti di volumetria nei "manufatti storici", ovvero quei sette o otto stabilimenti costruiti intorno agli anni '50, che già adesso hanno dimensioni non consentite a tutti gli altri".

14/11/2003





        
  



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