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A Rapagnano i bambini potranno ancora recitare le loro preghiere a Gesù

Rapagnano | La decisione è stata presa dal dirigente scolastico Enrico Foglia. Mohamed Nour Dachan, presidente dell' Ucoii: " Un altro estremismo".

Sono rientrate le proteste dei genitori non cattolici dopo il caso Ofena. I settanta  bambini della scuola materna del piccolo centro marchigiano potranno così recitare la loro preghierina a Gesù prima del pranzo.

La decisione è stata presa oggi dal dirigente scolastico Enrico Foglia, dopo che il divieto di preghiera a mensa, introdotto all' inizio di ottobre in seguito all' iscrizione di quattro bambini stranieri  aveva suscitato le proteste dei genitori cattolici.
Un certo peso nell' epilogo della vicenda sembra averlo avuto, almeno a detta del sindaco di Rapagnano Gianni Belletti, anche la polemica sollevata dalla sentenza del Tribunale dell' Aquila che ha ordinato la rimozione dei crocifissi in una scuola di Ofena.

"La vicenda del crocifisso - ha spiegato il sindaco- è stata la spinta alla reintroduzione della preghiera prima dei pasti. I genitori non cattolici si sono visti nell' occhio del ciclone e, per il timore di crearsi l' inimicizia degli altri genitori di fede cristiana, hanno accettato la decisione del dirigente".
"Un altro estremismo" ha commentato Mohamed Nour Dachan,
presidente dell' Ucoii, l' Unione delle comunità islamiche italiane. "Non si può obbligare i non cattolici a pregare Gesù, o anche solo ad assistere alla celebrazione di un rito che non appartiene al loro credo".

Ma secondo il sindaco la proposta del dirigente di ripristinare la preghiera a mensa è stata accolta senza problemi proprio da quei genitori musulmani che ne avevano lamentato la pratica. "Foglia - ha aggiunto il primo cittadino - ha incontrato tutti i genitori, cattolici e non. La scelta non è stata imposta".
Alla base della decisione ci sarebbe la certezza che "ringraziare per il proprio cibo - ha precisato Belletti - e auspicare che tutti i bambini del mondo ne possano avere a sufficienza non comporta alcuna forma palese di discriminazione che possa urtare la sensibilità dei genitori non cattolici. Da qui la scelta di reintrodurre una ormai consolidata abitudine".

E di estremismi parla anche il sindaco, seppure sul versante opposto rispetto a Dachan. "Le posizioni di intransigenza anche
laicista - ha concluso - non fanno altro che ostacolare il necessario processo di integrazione in atto che dovrebbe svolgersi comunque senza per forza rinunciare alle tradizioni culturali e religiose di ciascuno".

28/10/2003





        
  



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