Lo sciopero generale di venerdì 24 ottobre contro la riforma previdenziale e la Finanziaria 2004 non ha creato grossi disagi ai cittadini nella provincia di Ascoli Piceno. I servizi essenziali, per esempio alcuni di quelli sanitari, sono stati assicurati in misura di poco superiore a quanto avviene nei giorni festivi. Invece, come si poteva verificare per le strade delle città, hanno aderito allo sciopero pochissimi commercianti. Quanto poi alle manifestazioni indette nei capoluoghi delle Marche, si sono registrate presenze numerose, da parte di cittadini e di rappresentanti di enti locali.

Ma i dati variano caso per caso. Per esempio, sui 350 dipendenti circa del Comune di San Benedetto, l'adesione è stata intorno al 26%, mentre al Comune di Grottammare ha aderito il 60% circa del personale.

Presso le tre Asl della provincia si è seguita una terza via, con rari casi di proteste da parte degli utenti, alcune prestazioni rinviate a domani stesso e i trattamenti che non possono essere interrotti (dialisi, cure a malati oncologici) regolarmente assicurati; tipicamente "non essenziali" vengono considerate invece le visite ambulatoriali.

Ancora nelle Asl, elevata adesione allo sciopero da parte degli impiegati degli uffici amministrativi. Ma ad ogni modo i dati definitivi dagli ospedali verranno diffusi non prima di domani (sabato), stante l'organizzazione del lavoro (e dunque dello sciopero) in turni.

Venendo alle manifestazioni di protesta indette dai sindacati in ognuno dei quattro capoluoghi di provincia delle Marche, complessivamente vi hanno partecipato rappresentative ufficiali da 55 Comuni, da tutte e quattro le province, oltre che quelle di due comunità montane e dalla stessa Regione Marche, presidente D'Ambrosio compreso (ad Ancona, insieme a circa 10 mila persone).

Ad Ascoli erano rappresentati i Comuni di Acquasanta Terme, Appignano del Tronto, Castel di Lama, Grottammare, Grottazzolina, Massignano, Montefortino, Porto San Giorgio. Gli amministratori locali sono preoccupati per i prospettati tagli ai trasferimenti (come avvenuto negli ultimi due anni) e per i possibili effetti del condono edilizio.