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L'Ascoli vince a Bari ma...una rondine non fa primavera!

| BARI - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio.

di Federica Poli

Dopo una bella scorpacciata di orecchiette al ragù, polpettine fritte e bocconotti (solo i pugliesi potranno comprendere la squisitezza di queste cibarie) leggera leggera mi sono diretta al San Nicola di Bari. Lo Stadio è mastodontico tanto da far sentire chiunque vi entri una formichina piccola e indifesa. Sono arrivata con il solito, ormai strutturale, ritardo accademico, e mi sono seduta proprio un secondo prima del fischio d'inizio del match Bari-Ascoli. Qualche minuto per acclimatarmi e conoscere visivamente i miei vicini, eppoi vai con la partita. C'è il panteranera al posto del titolarissimo Robertone Sosa e in difesa il nostro De Martis sostituisce sulla destra Martinelli, ma guarda un po' anche La Vista ricompare in campo al posto del dolorante Antonelli.

Primi tredici minuti di gingillìo con un Bari con poca voglia di far male ed un Ascoli che osa q.b. (quanto basta). Al 14 però passaggio del panteranera al gioiellino di difesa Savini che azzecca un cross dalla sinistra preciso per la testolina di Ignazietto Pià che infila lo sgomento Battistini. Et voilà che Bellavista! 1 a 0.

Mò toccherà resistere per un'ora e un quarto! E siamo pure fuori dalle mura amiche. Anzi no!

I tifosi dei galletti sono oggi in piena contestazione contro società e giocatori per cui cominciano a fischiare i biancorossi e esultano ad ogni pallone giocato dai bianconeri. Che fortuna!

Il giovane Motta (la promessa che avevo consigliato quest'estate) pare l'unico a non arrendersi all'evidenza di una squadra senza costrutto e poco incisiva, ma a contatto col pallone lancia fuori da due passi.

Intanto i nostri, galvanizzati, osano un po' di più e, finalmente, vediamo una squadra dal pressing alto, buone ripartenze e voglia di vincere. Vuoi vedere che anche Di Venanzio ha imparato a crossare?

Secondo tempo e cavallopazzo fuga ogni possibile dubbio. Fa una delle sue indomabili sfuriate sulla fascia e, arrivato al limite dell'area, scorge in lontananza il compagno brasiliano Pià che solo soletto si aggira nei pressi della porta. Fabietto, quindi, con tutto il tempo possibile lancia il pallone millimetricamente, indovinate un po'? In curva! A questo punto potrei intonare "Non cambi mai/non cambi mai/non cambi mai/ ma proprio maaaaaai"

Immediatamente Mirko Savini si fionda dinanzi a Battistini e gli cade ai piedi, stesso discorso per Caracciolo che da vero leccese qualcosa da dire ai baresi ce l'avrebbe, ma davanti all'estremo difensore si inginocchia anche lui. Ragazzi: Padre Pio è a Foggia!

Bisogna far qualcosa, e così l'arbitro, dopo l'ennesimo crollo, ci concede un penalty perchè la giacchetta nera sostiene che un colpo di mano rimane sempre un colpo "da villano".

Capitan Fontana non può sbagliare! 2 a 0 per noi.

Dai che mancano solo 30 minuti e poi tutti a festeggiare. Il Bari però si risveglia dal torpore anche perché Tardelli capisce che è l'ora di Enyinnaya. Purtroppo lo capiscono tutti e così...vabbè non me lo fate dire… avete capito no? 2 a 1 e senza parlare!

I pochi tifosi biancorossi rimasti sugli spalti cominciano a credere ad una rimonta all'ultimo minuto e c'è chi addirittura parla di 3 a 2 per il Bari. Ahò andateci piano eh!

La convinzione prende possesso anche degli abulici giocatori pugliesi e non risparmia nessuno, neanche i nostri. Così comincia la tarantella del batti e ribatti in area.

Motta si mangia ancora un gol, poi ci prova Collauto, poi ancora Spinesi ma niente, per una volta la dea bendata ci vuole bene. D'altronde si sa che quando sono troppi i galli a cantare non si fa mai giorno!

4 minuti di recupero che sembrano eterni e alla fine triplice fischio dell'arbitro che si perde in quelli già partiti all'indirizzo dei galletti biancorossi.

Con il cuore pieno di gioia, gli occhi sorridenti, ci guardiamo intorno meravigliati e stralunati con la convinzione che il cielo sia tornato ad essere azzurro sulle teste dei bianconeri.

Attenti però, perchè "una rondine non fa primavera!"

12/10/2003





        
  



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